“Sono qui per far crescere l’aeroporto di Torino”. Così Andrea Andorno, amministratore delegato di Sagat si è presentato questa mattina alla riunione della commissione competente in materia di Turismo.
Nell’ultimo triennio sono stati investiti 17,7 milioni. Nei prossimi cinque anni, ha annunciato, ci saranno investimenti per 50 milioni e riguarderanno in particolare la sostituzione dei pontili di imbarco, la realizzazione di e gates per un veloce controllo dei passaporti, un rinnovato sistema di sicurezza che consentirà il controllo contemporaneo di più persone. Altro obiettivo è quello relativo al green airport. Lo scalo, ha annunciato, in prospettiva dovrà essere ad emissioni 0 con la realizzazione di un impianto fotovoltaico sistemato al di sopra del parcheggio e conseguente abbattimento dei consumi.
L’ad di Sagat si è soffermato sui punti di forza dell’aeroporto torinese e sugli aspetti critici.
Da Torino, ha sottolineato, si possono raggiungere i principali hub europei che consentono alla città di essere collegata con tutto il mondo. Positivi anche i collegamenti nazionali da e verso le isole e dal nord al sud Italia e vice versa. Se l’aeroporto registra un flusso consistente di passeggeri nella stagione invernale, non è così nei sette mesi divisi tra primavera ed estate, a differenza di quanto succede normalmente negli altri aeroporti italiani. Quest’anno, ha annunciato, a causa della rinuncia di Blue air, a partire dal mese di febbraio, a coprire alcune rotte, il calo di passeggeri nel periodo estivo sarà considerevole anche perché altre società, con l’attività già programmata, non sono state in grado di subentrare al servizio previsto da Blue Air. Tuttavia il numero di passeggeri dello scalo torinese è in crescita: erano poco più di 3 milioni nel 2013, hanno raggiunto i 4 milioni nel 2018. Tutte le compagnie, tranne Alitalia e Blue Air stanno investendo sull’aeroporto di Caselle.
Torino però non ha basi di compagnie low cost che tendono ad affermarsi dove non solo esiste un conveniente flusso di passeggeri ma anche dove vi sono condizioni che rendono l’aeroporto appetibile per vicinanza alla città e per collegamenti veloci tra lo scalo e il centro. Torino, da questo punto di vista, ha spiegato Andorno è ancora un po’ penalizzata.
L’audizione dell’ad di Sagat è stata anche l’occasione per l’approfondimento di un’interpellanza della consigliera Elide Tisi sul tema dell’aeroporto torinese, alla luce anche dell’uscita della Città da Sagat in seguito alla cessione delle proprie quote.
Federico D’Agostino