Prima della votazione, avvenuta in serata, si è svolta in Sala Rossa il 24 luglio 2023 la discussione sulla deliberazione che prevede l’adeguamento delle tariffe del trasporto pubblico locale e la revisione delle tariffe e dei titoli di sosta per la sosta a pagamento a raso e nelle strutture dedicate e dei documenti collegati.
Dopo l’illustrazione del provvedimento da parte dell’assessora ai Trasporti Chiara Foglietta, è intervenuto nel dibattito in aula il consigliere Andrea Russi (M5S), secondo cui la maggioranza sta varando aumenti su tutto. Gtt offre un servizio scadente – ha dichiarato – ed è ingiusto chiedere questo sacrificio alla cittadinanza: si scaricano i costi di una cattiva gestione su utenti e lavoratori. Le esternalizzazioni non creano risparmio, mentre consulenze e stipendi dirigenziali non vengono mai toccati – ha concluso, dichiarando di essere contrario a ipotesi di privatizzazione.
Per Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) Gtt è una macchina mangiasoldi gestita male e il servizio di trasporto è uno dei più lenti in Italia. La maggioranza – ha sostenuto – dice che non ci sono alternative agli aumenti, ma le Amministrazioni di altre città non scaricano i costi sulla cittadinanza. In Gtt – ha aggiunto – c’è anche molto assenteismo e i passeggeri, in calo dal 2019, scappano da un servizio scadente.
Secondo Simone Fissolo (Moderati), la Giunta ha deciso di credere nell’azienda, con l’acquisto di nuovi mezzi ed efficientamento energetico, e non si può parlare di privatizzazioni, almeno fino a scadenza contratto servizio nel 2027. Servono azioni concrete che non siano solo aumenti, ha affermato Fissolo, spiegando che la mozione della maggioranza chiede gestione della produttività, più controlli su evasione, ricalcolo dei costi di manutenzioni e che il Cda di Gtt riferisca al Consiglio periodicamente.
Pino Iannò (Torino Libero Pensiero) si è detto contrario agli aumenti del biglietto Gtt e del costo delle strisce blu, ma favorevole alla privatizzazione. Per il consigliere, il dramma di Gtt è di essere in fallimento e non produrre nulla, oltre a essere gestita male politicamente, da sempre. Per lui, la voragine di bilancio non si risolve con un aumento poco significativo del costo del biglietto, che è solo l’utilizzo dei torinesi come bancomat: servono azioni forti per tutelare dipendenti e società.
Contrario all’aumento del costo dei biglietti anche Giuseppe Catizone (Lega), secondo cui manca un piano industriale serio. Per il consigliere della Lega mancano 200 autisti e avere mezzi nuovi e nessuno che li guida è solo uno specchietto per le allodole. Serve programmare assunzioni – ha spiegato – e l’assenteismo degli autisti va compreso con l’aumento di stress dovuto ai carichi di lavoro. Ha chiesto infine di evitare l’esternalizzazione di alcuni servizi, incentivando e riqualificando il personale interno.
Per il consigliere Domenica Garcea (Forza Italia) l’aumento del costo dei biglietti è una stangata, che non è il titolo di un film, ma la dura realtà di battere cassa verso i torinesi invece di lavorare per migliorare la gestione dell’azienda. Così si riversano i costi di una gestione discutibile sulle tasche dei cittadini – ha dichiarato Garcea, proponendo invece di stanziare nuove risorse per alleggerire il peso sulla cittadinanza: il contrario di quello che si vuole approvare.
L’attuale situazione di Gtt non è sostenibile secondo Giovanni Crosetto (Fratelli d’Italia) e bisogna guardare indietro per risolvere i problemi strutturali e fare scelte coraggiose. Ci sono state troppe ingerenze politiche che hanno portato a una gestione con criteri politico-elettorali e non economici-finanziari e hanno causato squilibri di bilancio importanti – ha detto – e costretto all’aumento dei biglietti.
Nadia Conticelli (PD) ha rassicurato sulla competenza degli amministratori del Pd e ha ribadito che il trasporto pubblico può rimanere pubblico ed essere un servizio di qualità. A questo – ha dichiarato – sta lavorando la nuova dirigenza di Gtt, per rilanciare l’azienda e riportare il bilancio in pareggio, incentivando l’uso del tpl con gli abbonamenti e salvaguardando le fasce deboli.
Per Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) bisogna garantire la proprietà pubblica di Gtt, offrendo un servizio all’insegna di qualità, sicurezza, accessibilità, uguaglianza e universalità, senza logiche di puro profitto. Bisogna mantenere Gtt patrimonio collettivo – ha concluso – aprendo l’azienda a un azionariato popolare, dei lavoratori e delle lavoratrici.
Secondo Valentina Sganga (M5S) è inaccettabile l’idea di privatizzare Gtt, che garantisce un servizio essenziale rilevante per l’economia cittadina: una scelta, ha commentato, che porterebbe aggravi ai torinesi. Due errori gravi ha commesso la Giunta, ha aggiunto: l’incapacità di comunicare e di trattare. Perché i ristori non sono stati chiesti prima di decidere l’aumento? – ha chiesto. Infine, ha commentato la mancanza di visione politica: la nostra Giunta puntava alla riduzione del traffico privato, mentre oggi andiamo in direzione opposta.
Enzo Liardo (Fratelli d’Italia) ha definito inutile l’aumento delle tariffe perché non risolve il problema. Il biglietto va fatto pagare a tutti e tutte: altro che aumentare la tariffa di trenta centesimi – ha commentato. Non è stato fatto un piano industriale serio e si pagano gli sprechi del passato delle Giunte di Sinistra – ha concluso.
Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani) ha criticato il dibattito in aula, definendolo sterile e immutato dagli anni Novanta, per poi ricordare i dati degli abbonati: oltre la metà sono per under 26; pochissimi gli anziani utilizzatori, con dieci milioni di sgravi in favore di disoccupati, under 26 e anziani stessi. È grave – ha aggiunto – l’incapacità di Gtt nell’analizzare l’utenza. Insomma, tiriamo avanti alla bell’e meglio come tutti i predecessori del sindaco hanno fatto – ha concluso – con un’azienda sull’orlo del fallimento.
Ferrante De Benedictis (Fratelli d’Italia) ha invitato a congelare il provvedimento finché non si conosca il piano industriale di Gtt a medio e lungo termine, ritenendo che si sia di fronte a un aumento senza un corrispondente miglioramento del servizio e per questo cittadine e cittadini, il cui potere di acquisto si è ridotto, sono arrabbiati.
Per Ivana Garione (Moderati) il tema della privatizzazione oggi non ha senso. Ha quindi espresso un voto favorevole convinto poiché ritiene il provvedimento utile al rilancio dell’azienda, con l’efficientamento della rete, l’acquisto di nuovi mezzi e la gestione dei fondi del Pnrr.
Secondo Tony Ledda (PD) è un passaggio difficile l’aumento del biglietto, dovuto a pandemia, caro carburanti e inflazione, ma anche alla mancanza dei ristori di Stato e Regione: è un passaggio necessario per rilanciare Gtt, così come lo è stato il già avvenuto taglio del 50% delle consulenze, in ambito pubblico, in un settore dove i privati hanno fallito.
Andrea Tronzano (Forza Italia) ha sottolineato come la Regione Piemonte stia facendo la propria parte: ha pagato a Gtt il passato e il presente – ha detto – riducendo a 59 milioni di euro ciò che deve essere dato e lo metterà sul piatto il prima possibile. Tronzano ha quindi deplorato le polemiche strumentali, affermando che nel tempo non si potrà salvare Gtt, se non cedendone a partner privati almeno il 49%.
Concludendo il dibattito, il sindaco Stefano Lo Russo ha sottolineato come le priorità siano quelle di garantire un trasporto pubblico di qualità (con il nuovo piano dei trasporti e rinnovando il parco veicolare) e il tema della transizione ecologica a fronte dell’emergenza climatica, nel quadro di una mobilità che riduca il traffico degli autoveicoli privati. Aumentare le tariffe è sempre difficile, ma lo stato attuale di Gtt è dovuto anche a fattori esogeni, come la pandemia che ha ridotto l’utenza – non solo a Torino – l’invasione dell’Ucraina con le ricadute sui costi energetici, la spinta inflazionistica. La manovra tariffaria approvata oggi, ha continuato Lo Russo, va vista in un’ottica di sistema, privilegiando l’aumento del biglietto singolo e mantenendo stabili i prezzi degli abbonamenti. Occorre rendere Gtt un’azienda solida, di qui alla termine dell’affidamento in corso, nel 2027: questo è il mandato fatto al nuovo vertice societario. Il nostro metodo, ha ribadito Lo Russo, è quello di combinare la rapidità dell’azione con un’ottica concertativa, e il nostro programma prevede che GTT resti pubblica (Smat mostra come un’azienda di proprietà pubblica possa essere efficiente e con bilanci solidi), con un maggior coinvolgimento dei lavoratori nell’azienda.
I ristori, ha chiarito Lo Russo, sono somme destinate a coprire i “buchi” del Covid, ma non incidono in modo strutturale sul risanamento dell’azienda. Il rafforzamento dei controlli sull’evasione è una forma di rispetto verso chi il biglietto lo paga, ha concluso il sindaco, elencando alcune priorità (come ad esempio l’integrazione col sistema ferroviario metropolitano) e riaffermando che la sfida sarà risanare i conti di un’azienda pubblica, garantendo un servizio più efficiente e più ecologico, precisando che su quello sarà misurato il risultato dell’azione dell’Amministrazione.
Ufficio Stampa Consiglio Comunale