Abbonamento Musei, cambia lo Statuto

Cambia lo Statuto dell’associazione Abbonamento Musei.

Le modifiche sono state introdotte da una deliberazione proposta dalla sindaca Chiara Appendino e dall’assessore alle Politiche giovanili Marco Giusta e approvata dal Consiglio Comunale di Torino nella seduta del 22 giugno 2020.

Costituitasi nel 1995 per volontà degli Assessorati alla Cultura di Città di Torino, Regione Piemonte e Provincia di Torino al fine di promuovere e coordinare iniziative e manifestazioni culturali per diffondere e migliorare la conoscenza e la fruizione dei musei e del patrimonio culturale di Torino e del Piemonte, dal 1998 l’associazione ha in capo anche la gestione e la promozione dell’Abbonamento Musei.

Le modifiche vengono ora introdotte in vista dell’iscrizione dell’Associazione nel registro delle persone giuridiche e tengono già conto delle osservazioni pervenute dalla Prefettura di Torino al riguardo.

Tra le novità, c’è il cambio di denominazione dell’ente: da Abbonamento Musei.it ad Abbonamento Musei (articolo 1 dello Statuto). All’articolo 3 vengono poi previsti esplicitamente un riferimento all’ambito di operatività sovraregionale e la possibilità di vendere la tessera Abbonamento Musei, senza snaturare il carattere non commerciale dell’associazione.

Previsti anche altre modifiche minori sul funzionamento operativo degli organi dell’associazione e l’aumento del fondo di dotazione indisponibile, che passa da 70mila a 90mila euro.

Nel dibattito sulla deliberazione, nel ringraziare l’assessore Giusta per la puntuale esposizione delle modifiche, il consigliere Massimo Giovara (M5S) ha sottolineato l’importanza della creazione di infrastrutture utili anche agli operatori, realizzando reti – anche online – per incrementare e rendere più visibile l’offerta culturale della città, anche per quanto riguarda le piccole realtà culturali. Utile l’allargamento dell’offerta anche ad altre regioni e ad altre realtà, secondo Federico Mensio (M5S): potrebbe essere interessante inserire anche la Regione Liguria – ha suggerito – e magari anche i musei d’oltralpe.

Massimiliano Quirico