Torino cerca il suo giorno di nascita, una data che possa essere ricordata e celebrata ogni anno.
Il tema è all’ordine del giorno della commissione Cultura, presieduta da Massimo Giovara, che ha affrontato la questione in due diverse riunioni, con il contributo del comitato per l’individuazione della fondazione di Torino.
Una data che, come ha ricordato il presidente del comitato “30 gennaio 9.a.C”, Andrea Parodi, in realtà, è stata individuata, sulla base di studi archeoastronomici, approssimativamente proprio intorno al 30 gennaio.
“Visti i risultati scientifici pubblicati su riviste specialistiche, non serve un ulteriore dibattito cittadino. Le altre posizioni, tutte legittime, come un riferimento alla fondazione della città da parte degli Egizi, non sono supportate da studi”.
Del resto, ha spiegato, la stessa festività di San Giovanni, il 24 giugno, è una data simbolica coincidente con il solstizio d’estate.
E il 30 gennaio? Secondo il rito romano, quando veniva fondata una città, il decumano, a Torino corrispondente all’attuale via Garibaldi, veniva tracciato in linea con il punto in cui sorgeva il sole. Grazie all’utilizzo di algoritmi, i ricercatori hanno calcolato a ritroso la data in cui il sole è sorto in quel preciso punto che risulterebbe essere proprio il 30 gennaio del 9 a.C.. Una data carica di simbologia, visto che corrisponde alla conclusione della conquista dell’Arco alpino da parte di Augusto, e coincide con la prima celebrazione presso l’Ara Pacis.
Accertata la data, tocca ora al Consiglio Comunale istituire formalmente la ricorrenza. Questa mattina, da parte della vice presidente del Consiglio Comunale, Viviana Ferrero, è stata presentata una prima bozza di mozione. Il documento sarà esaminato dai consiglieri con l’obiettivo di giungere ad un provvedimento condiviso da sottoporre successivamente all’intero Consiglio Comunale.
Istituzionalizzare la data, ha sottolineato Parodi, rappresenterebbe l’occasione per approfondire ambiti di storia di Torino meno conosciuti. Una ricorrenza che, in prospettiva, pur mantenendo una valenza storica e culturale, potrebbe avere anche una valenza turistica, con l’organizzazione di eventi e il coinvolgimento dei commercianti.
Federico D’Agostino