L’assessore Marco Giusta ha risposto questo pomeriggio, durante la riunione del Consiglio Comunale, ad una interpellanza (primo firmatario Stefano Lo Russo), relativa alle modalità di attribuzione di contributi pubblici, tramite il bando AXTO – Azioni per le periferie torinesi.
Giusta ha sottolineato come la procedura attivata grazie all’utilizzo della piattaforma We Gov Now, con l’utilizzo di un voto on line, sia coerente con i criteri del regolamento della Città per la concessione dei contributi.
La procedura di coinvolgimento informatico, che ha ottenuto una valutazione positiva da parte della Presidenza del Consiglio non si è avvalsa della piattaforma Decidi Torino, con la gestione del CSI, perché questa avrebbe richiesto interventi di adattamento dai costi elevati.
I dati forniti alla società tedesca non sono stati forniti a soggetti terzi ma la piattaforma garantisce la tracciabilità di ogni singola preferenza.
L’Amministrazione, ha aggiunto l’assessore, ha ritenuto di non pubblicare le singole preferenze, a tutela di chi ha votato, ma ha pubblicato gli esiti complessivi delle votazioni sui siti istituzionali della Città.
Gli utenti abilitati al voto sono stati 9637, identificati attraverso nome, cognome, codice fiscale, e mail e numero di telefono cellulare.
Giusta ha evidenziato come non sia stata richiesta la residenza agli utilizzatori della piattaforma We Gov Now perchè venisse estesa la possibilità di voto a tutti coloro che, pur non residenti a Torino (ad esempio studenti), vivono in città.
La graduatoria, ha concluso, non garantisce accesso al contributo ma l’individuazione dei beneficiari avverrà solo successivamente ai controlli previsti.
Dopo l’intervento dell’assessore si è svolto il dibattito.
Stefano Lo Russo (Pd): L’interpellanza faceva domande chiare. Mi rispondo io stesso: no, non esistono analoghe esperienze di contributi pubblici dati con le modalità da voi escogitate. Esperienze di partecipazione sì, ma un conto è la partecipazione altra cosa è dare soldi pubblici. Le pare normale dare soldi per le periferie di Torino lasciando decidere a cittadini di cui non si conosce la città di residenza? Questo è gravissimo.
Oltretutto, spudoratamente, il meccanismo di voto altera il giudizio di merito della commissione tecnica e fa sì che progetti ritenuti scadenti, ricevano soldi pubblici e altri, validi, non ne ricevano. Non c’è alcuna certezza del nesso tra persone che hanno votato e voto espresso. Oltretutto nessuna autocritica da parte vostra. Ci sono estremi per gli esclusi per rivalersi e in questo caso ne risponderà lei che ha rivendicato l’invenzione del metodo. Trattandosi di soldi pubblici era necessaria maggior prudenza, e magari affrontare i costi per coinvolgere CSI nella costruzione di un’applicazione adatta allo scopo. E stata un’operazione di marketing su FB, che obbligava le associazioni culturali a sponsorizzare la votazione: è questa la sua idea di inclusione sociale delle periferie? La invito a correggersi e, in autotutela, la invitiamo a annullare tutti gli atti amministrativi, ripartire con un bando, istituire una commissione tecnica.
Eleonora Artesio (Torino in Comune): Raramente ad una interpellanza una risposta così indisponente: avevamo chiesto come capigruppo una risposta scritta sui punti tecnici. Si è preferito non farlo e aggirare i problemi. Ho assistito per mesi ai rimpalli tra M5Stelle e Pd sui meriti relativi ad AXTO. Si è inoltre ridotto l’avvio di progetti di riqualificazione urbana ad una consultazione on line. Chiedete a qualunque esperto di procedure partecipative e vi dirà che questi processi richiedono la relazione, e non un mi piace digitato sulla tastiera. Sono stupefatta di come si immiserisce l’idea di coinvolgimento e di progettazione sociale.
Francesco Tresso (Lista civica per Torino): la qualità della sua risposta non fa che confermare le ragioni dell’interpellanza. Lei non ha voluto entrare nel cuore del problema: l’assegnazione di contributi pubblici, trattato da voi con la retorica della democrazia diretta e ci dice che avete ricevuto il plauso del Ministero. Siamo sicuri che al Ministero abbiano capito. Crede davvero che fare marketing sociale stia sullo stesso piano della capacità di fare progettazione sociale? Non sa che i voti si possono comprare? Ci ritiene così ingenui? Stupisce che sia data possibilità di esprimersi sia agli abitanti di Torino che a quelli di Torino di Sangro. Io stesso ho chiesto con una mozione, poco tempo fa, di allargare il perimetro di coloro che possono presentare petizioni al sindaco e mi si è spiegato che occorre mantenere stretti i limiti, ma poi si crea un meccanismo di voto per erogare fondi che estende questo diritto a livello mondiale?
Massimo Giovara (M5S): Prosegue la strategia del nulla mediatico da parte delle opposizioni che a partire da altre vicende (come quella del ricorso al TAR per l’introito di fondi compensativi dal Governo) continua a cercare la polemica politica con il fine di veder pubblicati articoli su giornali ‘nostalgici’.
Oggi si è detto che il bando di AxTO è considerato uno scandalo, criticando il fatto che l’espressione di una preferenza con un clic sia sovversivo.
In realtà le opposizione che oggi ci criticano conoscevano le caratteristiche del progetto da mesi e non hanno detto nulla per tutto questo tempo con l’obiettivo di fare le solite polemiche inconcludenti.
Federico Mensio (M5S): Faccio molta fatica a comprendere la polemica delle opposizioni. Il punto sta nel fatto che la partecipazione garantita ai cittadini con una piattaforma on line non va bene soltanto perché è un’espressione del Movimento 5 Stelle.
Tutto naturalmente è migliorabile, ma resto convinto che sia stato fatto tutto per il meglio.
Maria Grazia Grippo (PD): E’ surreale sentire dire che quanto diciamo oggi non lo abbiamo detto a suo tempo, considerando che non potevamo entrare nel merito della questione.
Le minoranze hanno fatto quello che dovevano fare, non abbiamo nulla da nascondere. Ed è grave e non accettabile ricevere accuse di reato da parte dei consiglieri di maggioranza. Parole che offendono la struttura amministrativa e i funzionari che lavorano per l’Amministrazione comunale.
Antonino Iaria (M5S): il consigliere Lo Russo ci ha illuminato con una frase. Ha dichiarato: “Vi abbiamo lasciato dei soldi”. Grazie, ma dove sono? Io credevo ci aveste lasciato solo il debito strutturale. Sono poi molto arrabbiato con l’assessore Giusta – con tono ironico – che ha distrutto tutta la mia idea di politica. Studiando la politica, ero diventato amico di quattro o cinque associazioni… E invece cosa fa l’assessore? Inventa una cosa partecipativa, democratica, difficile da controllare.
Enzo Lavolta (PD): La piattaforma WeGovNow non è stata una tardiva iniziativa elettorale. Per vincere un bando europeo bisogna strutturare un partenariato, coinvolgere soggetti istituzionali. Il progetto di cui si vanta, oggi, l’assessore Giusta ha richiesto diciotto mesi di lavoro che hanno portato, dal febbraio 2016, alla possibilità di utilizzare le risorse messe a disposizione dalla Commissione Europea dopo il parere favorevole al progetto. Vorrei adesso chiedere ai diversi soggetti protagonisti di quel partenariato se condividono l’utilizzo di quella piattaforma nelle modalità e nella forma indicate dall’assessore Giusta. Io ho lavorato a quel progetto, insieme all’assessore Curti, e in nessuna riunione preparatoria è stato immaginato un utilizzo di quella piattaforma caratterizzato in questo modo. Opportuno che a votare un progetto di sviluppo locale nel quartiere Falchera sia un cittadino di Catania? Probabilmente no, dimostrando l’utilizzo incoerente di quella piattaforma rispetto al progetto finanziato dalla Commissione europea. E’ sbagliato declinare gli obiettivi strategici della piattaforma in questo modo. Se l’obiettivo era coinvolgere le comunità locali e oggi non siete in grado di dire chi ha votato, il fallimento è duplice: tradisce la piattaforma WeGovNow ma, soprattutto, tradisce un concetto fondamentale di delega politica. Siete stati eletti per scegliere e decidere. E invece non solo avete deciso di non scegliere, avete delegato a terzi, utilizzando una retorica che non vi appartiene nemmeno. Dov’è la trasparenza se non sappiamo nemmeno chi ha votato.
Antonio Fornari (M5S): è bene ricordare che prima della votazione c’è stato un lavoro della commissione tecnica che ha preselezionato i progetti. Successivamente la votazione online ha inciso per un terzo della votazione finale, mentre due terzi del punteggio sono stati assegnati dalla commissione tecnica, che ha valutato la bontà dei progetti. Ma va apprezzato il gradino in più fatto da questa amministrazione, con l’obiettivo di ampliare e rendere costante la partecipazione dei cittadini in più forme. Una scelta fatta per permettere ai cittadini di controllare l’operato dei propri amministratori, partecipando attivamente ai progetti e permettere a questi progetti di avere successo. Se vogliamo che i contributi che il Comune di Torino elargisce sul territorio e abbiano davvero un risultato, dobbiamo permettere ai cittadini di partecipare, di interessarsi ai progetti che vengono presentati e seguirli per verificare che risultati portano su quel territorio e come viene speso il denaro pubblico.
Claudio Lubatti (Pd): (Legge da internet elenchi di strade e circoscrizioni). Sono tratte da Chiara Appendino.it che il 27 giugno 2017 ha annunciato che grazie ai fondi AXTO ripartivano i lavori di manutenzione delle strade. Non prendiamoci in giro: il bando periferie è stato un clamoroso regalo lasciato a questa Amministrazione che questa Amministrazione ha clamorosamente fallito. Se questo progetto è considerato davvero strategico (e ricordo le dichiarazioni roboanti in proposito di Appendino) voi ci avete fatto semplicemente cassa e avete fatto la rotonda est e ovest di via Candiolo, importante sì, ma non strategica per la riqualificazione delle periferie. In realtà ci sono associazioni che bussano all’assessorato per conoscere le modalità di partecipazione alla progettazione del bando per la linea due della metro e non hanno risposta perché qui la partecipazione non esiste. Allora teniamo fuori dall’aula gli slogan e non raccontateci che il bando periferie è il modo di far guerra alla casta. Vedere oggi una declinazione così maccheronica di questo progetto è una grande delusione.
Viviana Ferrero (M5 Stelle): Mi sembra che gli ultimi interventi concilino un po’ aspettative e risultati che peraltro sono ancora di là da venire. Nella vecchia diatriba se sia meglio la delega politica o la democrazia partecipativa, noi abbiamo detto, e oggi ribadisco, che servono entrambe. Noi lavoriamo in modo che le persone possano attivarsi. E sbagliato parlare sempre di periferie: chi vi abita si muove e magari lavora in centro dunque parliamo di quartieri sfavoriti. Non dimentichiamo che questi progetti verranno verificati. Ricordo il bilancio partecipativo che aveva funzionato alla circoscrizione 7 e non alla circoscrizione 1, dove si deliberava senza partecipare. Eppure anche voi ci avete lavorato, dunque occorre evitare sentenze definitive. Far votare è avviare un percorso, perché da lì si inizia a sentirsi cittadini attivi, e non un punto di arrivo.
In conclusione di dibattito la replica dell’assessore Marco Giusta. In questo dibattito, ha sottolineato, si è persa l’occasione per riflettere su un tema politico posto dall’Amministrazione. Con questo bando abbiamo provato a costruire un “ibrido” nella partecipazione. Si potranno trovare soluzioni migliori ma occorre andare avanti per tentativi. La partecipazione al voto di oltre 9000 persone dimostra la capacità di partecipazione a reti associative in grado di coinvolgere nella condivisione dei propri progetti. Le associazioni, ha rimarcato, sono state sfidate proprio nella capacità di coinvolgimento della cittadinanza.
“Stiamo sperimentando modalità di partecipazione per ridurre divario tra politica e cittadinanza, ha concluso, immaginando modalità innovative per dare la possibilità alle persone di sentirsi parte di progetti condivisi”.