Da questa mattina il giardino di piazza Chiaves, nella Circoscrizione 7 di Torino, porta il nome di Vito Scafidi, lo studente diciassettenne che perse la vita 10 anni fa, per il crollo di una controsoffittatura di un’aula del liceo Darwin di Rivoli.
La cerimonia, organizzata nell’ambito della Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole, è stata preceduta da un corteo di studenti di tutte le età, partito dal Primo liceo artistico di via Carcano, organizzato dall’associazione “Benvenuti in Italia” al quale hanno preso i rappresentanti delle Istituzioni.
Ad aprire gli interventi, il vice presidente del Consiglio comunale, Enzo Lavolta, che ha definito Vito Scafidi simbolo della battaglia per la sicurezza nelle scuole.
“La Città, ha ricordato, ha voluto dedicare un’area verde, un luogo bello, pieno di vita, come dovrebbe essere la scuola, bella e sicura, un luogo dove costruire il futuro.
Nei tragici eventi, come quello accaduto al liceo Darwin, ha affermato, non c’è solo fatalità. La fatalità è la goccia che fa traboccare il vaso colmo di responsabilità umana, di carenze nella progettazione, fatta di insufficienze nelle manutenzioni”. Ricordando l’episodio che causò la morte di Vito, ha evidenziato come “un tubo in ghisa di 70 chili, abbandonato sopra un soffitto in cartongesso, non ha nulla a che vedere con la fatalità. Da quel 22 novembre, ha aggiunto, la politica e le istituzioni si sono assunte degli impegni che solo in parte hanno trovato realizzazione. Il concetto di prevenzione è fondamentale per un Paese civile, la cultura della sicurezza va coltivata e sostenuta costantemente”. Ha quindi rimarcato “l’impegno della mamma di Vito Scafidi, Cinzia Caggiano, perché le famiglie e gli studenti pretendano e ottengano sicurezza nelle scuole”.
“Cinzia, ha affermato la sindaca Chiara Appendino, con grande forza e grande coraggio in questi dieci anni ha contribuito in modo significativo a sensibilizzare le Istituzioni in merito ai temi della sicurezza, a ricordarci le responsabilità nei confronti della comunità che rappresentiamo. A lei dobbiamo tantissimo, grazie a lei, qualcosa, non abbastanza, è cambiato. Nelle Istituzioni e nell’opinione pubblica si è messo in primo piano il tema della sicurezza nei luoghi pubblici ed in particolare nelle scuole. Quello di Cinzia è stato uno sforzo intenso a cui tutti dobbiamo essere riconoscenti. Siamo consapevoli di dover trovare delle soluzioni che vadano al di là di manutenzioni e investimenti, occorre cambiare approccio e sveltire le procedure, molti fondi non si possono utilizzare per la burocrazia. Intitolare uno spazio come questo, ha concluso, non è un fatto formale, significa ricordare ogni giorno a noi stessi che cosa è accaduto, che non si può morire a scuola e ci richiama alle nostre responsabilità”.
Nel corso della cerimonia sono intervenuti anche il presidente della Circoscrizione 7, Luca Deri, l’assessora all’Istruzione della Regione Piemonte, Gianna Pentenero, il presidente dell’associazione Benvenuti in Italia, Davide Mattiello.
In chiusura, la mamma di Vito Scafidi, Cinzia Caggiano. “Per quarant’anni non si è considerata la sicurezza delle scuole, ha esordito. Era importante avere l’insegnante, un banco e una sedia, non si era capito che nelle scuole c’è il tesoro più grande, per questo ho continuato la mia battaglia, per Vito e per tutti i ragazzi. Dentro di me c’è rabbia, dolore, vuoto. Finalmente la politica si è resa conto che non poteva più nascondersi. Qualche passo è stato fatto. Però c’è sempre stata un’assenza che si è ripetuta per dieci anni, l’assenza dei politici di Roma. Mi piacerebbe sapere cosa intende per sicurezza il Governo. Devo ringraziare lo Stato per non aver potuto vedere crescere mio figlio, lo Stato che ha sempre tagliato dove doveva investire. Il ringraziamento va alle autorità locali, che sono state sempre presenti e ci hanno messo la faccia.
Al termine degli interventi, lo scoprimento della targa sulle note dell’Inno nazionale.
Federico D’Agostino