Al Polo del ‘900 la rete delle associazioni di ‘Porta delle Culture’ ha organizzato una riflessione sulle migrazioni nella storia di Torino e la formazione della sua identità. I relatori dell’incontro (storici – antropologi – sociologi) sono autori degli articoli raccolti nell’ultimo numero monografico della rivista Studi Emigrazione dedicato alla nostra città che hanno ripercorso le molte immigrazioni nella sua storia. A introdurre l’incontro è intervenuta la presidente del Consiglio comunale di Torino Maria Grazia Grippo con l’assessore al Welfare Jacopo Rosatelli. Grippo ha ricordato il contributo delle associazioni alla vita pubblica cittadina; la sensibilità del Consiglio comunale verso il riconoscimento dei bisogni specifici degli immigrati; la sottoscrizione dell’accordo – primo ente territoriale italiano – con il locale Coordinamento delle diaspore di cooperazione internazionale; la figura di Abdullahi Ahmed oggi Consigliere comunale con alle spalle un’esperienza estrema di migrante giunto in Italia nel 2008 dalla natia Mogadiscio. Si diceva delle tante migrazioni; gli studiosi evidenziano le modifiche alla storia cittadina e alla natura del capoluogo odierno tanto che ci si potrebbe chiedere se Torino avrebbe avuto un ruolo così centrale nel Risorgimento senza il contributo dei numerosi esuli arrivati da altri Stati italiani e non sarebbe stata un polo dello sviluppo industriale italiano del dopoguerra senza la forza lavoro venuta dal Veneto e da tante regioni del Sud. Ci sono stati brevi periodi in cui le immigrazioni sono state molto contenute ma sono state fasi di declino, come negli anni dopo il trasferimento della capitale a Firenze; in molti momenti della sua storia è stata una città di immigrati e di figli di immigrati. La stessa geografia cittadina è segnata dai quartieri costruiti per accogliere le varie ondate migratorie e spesso quei quartieri sono stati costruiti da lavoratori immigrati. Sono molte le iniziative imprenditoriali associate con Torino avvenute con gli immigrati; basta pensare ai settori dell’auto o del cinema all’inizio del Novecento. Anche al di fuori della vita economica, dalla religione allo sport alla cucina, la specificità torinese è intrecciata con l’immigrazione. Nel passato come oggi il fenomeno contiene molte diversità ma il fatto di mettere insieme migrazioni del passato e del presente fa emergere sorprendenti similarità e fornisce spunti per riflettere sul suo ruolo. Per questi motivi la presentazione del numero di monografico di Studi Emigrazione è sembrato a Porta delle Culture l’occasione di rilanciare l’idea di un museo delle migrazioni a Torino.
Informazioni della rivista sono reperibili al link: https://www.cser.it/international-journal-of-migration-studies
(Roberto Tartara)