Oltre 55mila donazioni nel 2017, sono la cifra considerevole che rappresenta al meglio il lavoro svolto nella sede torinese dell’AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue) oggetto, questa mattina, di un sopralluogo della commissione Pari opportunità. Donazioni che sono il frutto finale di un corposo lavoro fatto di programmazione, prenotazioni e professionalità, come ha spiegato ai consiglieri il direttore sanitario della struttura, Roberto Ravera, accompagnandoli nella visita.
Il sangue e i suoi derivati sono un bene prezioso per la comunità e la sua raccolta va trattata in modo attento ed articolato in un percorso che accoglie il donatore e lo segue nelle varie operazioni fino al termine della donazione. Sono impegnati medici, infermieri e personale amministrativo che curano i dettagli di un’operazione tutt’altro che banale. Vanno salvaguardate la salute del donatore ma, anche e soprattutto, quella del ricevente e, per questo, serve la certezza che il sangue, il plasma, le piastrine, siano assolutamente garantiti. In gioco ci sono la possibilità di salvare vite umane e migliorare la qualità della vita di pazienti soggetti frequentemente a trasfusione.
Un clima positivo nel quale la nota stonata è rappresentata dal calo di donatori. Dice il presidente Bruno Piazza: “Riusciamo ad avvicinare i giovani per una prima donazione, anche grazie alla scuola, ma non riusciamo a fidelizzarli“. Potrebbe essere un’occasione, per le istituzioni, di fare sentire la propria voce.
Marcello Longhin