
Si è svolta, questa mattina, la cerimonia per l’intitolazione a Giancarlo Barbadoro, “teorico dell’ecospiritualità”, del giardino situato all’interno del quartiere Lingotto (Circoscrizione Otto), all’intersezione fra le vie: Oberdan, Olivero e Pio VII. Alla cerimonia erano presenti: Domenico Garcea vicepresidente vicario del Consiglio comunale; Marco Porcedda assessore alla legalità e alla sicurezza della Città di Torino; la moglie Rosalba Nattero, presidente, e Roberto Garosci, vicepresidente, dell’organizzazione non governativa “Ecospirituality Foundation”. Nel suo saluto, Porcedda ha sottolineato l’importanza di celebrare il lascito di Barbadoro, con l’auspicio che i valori per cui ha lottato e di cui è stato precursore possano venire trasmessi, anche grazie a questo giardino che da oggi lo ricorda, come esempio per gli uomini e le donne che verranno. Rosalba Nattero ha, invece, ricordato che Barbadoro è stato definito sciamano e “davvero riusciva, da vero sciamano, a cambiare le situazioni intorno a lui”. “Una persona speciale – ha sottolineato ancora la moglie – capace insieme ai capi tribali di tutto il pianeta di teorizzare la filosofia dell’ecospiritualità”, una rivoluzione silenziosa che propugna il rispetto per la natura e tutte le forme di vita che abitano il pianeta, “schierato a fianco dei popoli nativi per la difesa dei luoghi sacri e della loro storia”. Infine Garcea, che ha evidenziato la capacità di Barbadoro di diffondere messaggi di consapevolezza e rispetto, costantemente impegnato nel valorizzare le conoscenze dei popoli nativi attraverso progetti significativi, di respiro internazionale. Una visione del mondo, quella di Barbadoro, che, per Garcea, si è focalizzata in modo particolare sul dialogo tra le culture, la difesa della #biodiversità e la ricerca di un equilibrio armonico fra uomo e #natura.

Marcello Longhin