Un confronto con ATC in commissione Servizi sociali

Case ATC nel quartiere Mirafiori Nord

Primo incontro formale tra la IV commissione Servizi sociali e il nuovo presidente dell’ATC Piemonte centrale, Maurizio Pedrini, in carica da meno di due mesi. L’ATC, Agenzia Territoriale per la Casa, è l’erede del vecchio IACP e gestisce più di 28mila appartamenti di edilizia residenziale pubblica (Erp), in sostanza le “case popolari”,  a Torino e provincia. Di queste, più di un terzo appartengono  a vari Comuni, tra i quali primeggia il capoluogo.  Sono164 le unità abitative che risultano occupate abusivamente, circa lo 0,6% del totale.

La  radiografia delle case oggi gestite da ATC, è stato sottolineato, mostra un profondo cambiamento rispetto al loro tessuto originario: realizzate a partire dai primi decenni del Novecento per ospitare le famiglie operaie, vedono oggi la presenza di un numero crescente di persone sole, spesso anziane, e di nuclei familiari  caratterizzati da varie tipologie di disabilità, occupazione e redditi precari,  fragilità molteplici. Tutti fattori che accentuano l’importanza dell’attenzione nei confronti delle persone, in un’ottica che non sia, per così dire, di pura amministrazione condominiale.

La richiesta di alloggi popolari è molto superiore alle disponibilità, anche (è stato fatto notare nel corso dell’incontro)  per gli scarsi investimenti nella loro costruzione effettuati a livello nazionale negli ultimi decenni. Un altro problema è costituito dal fatto che gran parte del patrimonio immobiliare ATC è costituito da edifici datati, tanto che ad oggi  nella sola Torino sono circa 600 gli appartamenti non utilizzati perché in attesa di manutenzioni, a volte vere e proprie ristrutturazioni, necessarie per poterli assegnare agli aventi diritto.  Interventi per i quali i fondi a disposizione scarseggiano.

Una delle soluzioni adottate da ATC è stata quella, sulla base di una recente Legge regionale, di promuovere un bando per l’autorecupero. Ovvero, soggetti già in graduatoria per l’assegnazione (oppure, in seconda battuta, facenti parte dell’elenco richiedenti dall’attuale “bando n.7”) posso scegliere di farsi carico dei lavori di manutenzione necessari per rendere abitabile l’alloggio. I relativi costi, per un massimo di diecimila euro, saranno poi scomputati dal pagamento dell’affitto. La valutazione delle domande è demandata ad apposita Commissione regionale. Il bando riguarda 150 appartamenti e potrebbe, secondo ATC, incrementare potenzialmente fino al 40% la media annuale dell’assegnazioni.

Ampia disponibilità a ogni utile collaborazione è stata ribadita in maniera reciproca. Nel dibattito, coordinato dal presidente della commissione, Vincenzo Camarda, sono intervenuti, oltre all’assessore Rosatelli, i consiglieri e consigliere Cerrato, Magazzù, Garcea, Ledda, Diena, Fissolo, Crema, De Benedictis e Greco. Tanti i temi emersi, tra i quali la necessità di rilanciare gli investimenti pubblici per l’edilizia popolare, il problema della morosità incolpevole, le barriere architettoniche, il timore che la prassi dell’autorecupero possa sfavorire i meno abbienti, la necessità di spazi temporali più ampi nelle convenzioni tra Città di Torino e ATC, la ripresa degli sfratti dopo la pausa imposta dalla pandemia, l’importanza delle sinergie tra Comune e ATC, l’intreccio tra aspetti sociali e sanitari o, ancora, l’attenzione a progetti sociali di autorecupero provenienti dal Terzo settore.

(C.R.)