Il dibattito in aula sul Bilancio 2018

In Consiglio comunale si è aperto il dibattito sulla sessione di Bilancio del 2018, introdotto dalla relazione svolta ieri pomeriggio dall’assessore Sergio Rolando. Di seguito, una sintesi dei diversi interventi.

Stefano Lo Russo (capogruppo PD):
Il nostro giudizio su questa proposta di bilancio è drasticamente negativo, non è “prudente” come lo ha definito l’assessore, bensì evidenzia la mancanza di scelte strategiche e visione di sviluppo e non corrisponde neppure ai programmi di questa maggioranza. Abbiamo sentito dire che il bilancio “accompagna operazioni di rilancio del sistema economico locale”, ma non si capisce quali sarebbero le misure concrete per questo rilancio, che attraggano capitali o incentivino l’innovazione. Si dice che “l’amministrazione investe per riqualificare gli spazi urbani”, fortunatamente c’è un piano periferie ascrivibile alla precedente amministrazione, voi riempite la città di superfici commerciali e ora blindate il centro a pagamento. Per quanto riguarda i fondi per la mancata esigibilità, ne abbiamo apprezzato l’incremento ma l’effettiva capacità di riscossione resta inadeguata. Ancora, viene ribadita l’essenzialità del welfare ma al tempo stesso si annuncia una contrazione delle relative risorse. Siamo d’accordo sul fatto che si debbano razionalizzare le partecipazioni societarie della Città e il suo patrimonio immobiliare, ma per ridurre il debito non per finanziare spese. Sono un esempio di contorsione politica le delibere approvate dalla maggioranza, che propugnano una la trasformazione di SMAT in società consortile e l’altra la scissione della finanziaria FSU e la cessione delle quote Iren. L’anno scorso la maggioranza aveva sostenuto che negli anni successivi non sarebbero più state usate le entrate da oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente, invece proseguite su questa linea. Negativo anche il taglio della spesa, peraltro non elevata, per la formazione del personale comunale. Un bilancio è una scelta politica, non un fatto meramente tecnico, quello da voi proposto ora è privo di ogni visione o strategia politica, puntando solo al controllo di spese ed entrate. Il PD è disposto a ragionare sulle strategie: i modelli di sviluppo precedenti avevano forse fatto il loro tempo ma andavano modificati, non azzerati. Abbiamo idee e siamo disponibili a fornirle, ma difficilmente potremo dare il nostro sostegno a questo bilancio.

Eleonora Artesio (capogruppo Torino in comune)
Questo bilancio è uno strumento finanziario fortemente ingessato. Servirebbero iniziative di partecipazione della popolazione alla consapevolezza degli strumenti finanziari, come fece Diego Novelli negli anni ’80. C’è una mozione della maggioranza che sembra avviare questo tipo di percorso e che sono orientata a sottoscrivere ma è insufficiente. A Torino negli ultimi 10 anni sono atterrati il 49,2% in meno di contributi statali, mancanza che non può essere compensata dalla capacità impositiva. Negli anni dell’amministrazione Chiamparino tali contributi ammontavano a 319 euro per cittadino all’anno, con Fassino sono scesi ameno di 100 euro annui per cittadino. Questo non giustifica nessuno ma non può essere dimenticato nel momento in cui si inquadra storicamente un bilancio. Considerando oltre al debito per i mutui (con e senza derivati sottostanti) e per sanare le relazioni con Infra.To e Gtt, oltre alla situazione delle anticipazioni di cassa, il debito della Città cuba circa 4 miliardi di euro. A conti fatti, spiega Artesio, l’amministratore al netto del servizio al debito ogni anno può contare solo sui tre quarti delle risorse finanziarie della Città, dovendo destinare il 25% della spesa corrente per il servizio al debito. I nostri creditori (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Cassa depositi e prestiti, Banca Dexia, Deutsche Bank, Monte dei Paschi, Abn Amro, JP Morgan) applicano alla città tassi di interesse di gran lunga superiori agli andamenti attuali. Se dal 4,7 attuale scendessimo al 2% circa, avremmo maggior agibilità finanziaria per circa 30 milioni di euro. Sottolineo che le Fondazioni hanno natura di missioni sociali per lo sviluppo territoriale, ma non sono santi sociali del terzo millennio e partecipano degli istituti bancari cui fanno riferimento. Queste Fondazioni, che restituiscono parte degli utili delle loro banche alla Città, potrebbero essere utili alleati nel rinegoziare i tassi di interesse… ma bisogna essere consapevoli del fatto che la politica, fatto non casuale, vive una stagione di soggezione alla finanza. I creditori in realtà sanno bene che gli enti non potranno estinguere del tutto il loro debito, ma sono interessati a continuare a riscuotere gli interessi e a beneficiare delle alienazioni di immobili pubblici. In un anno in cui non si possono fare scelte di bilancio si potrebbero dunque fare scelte politiche, ma per farlo serve una visione politica, ma voi non ce l’avete perché non siete né di destra né di sinistra per cui il bilancio non può che limitarsi a galleggiare.

Damiano Carretto (M5S):
Il bilancio parte da vincoli imposti per evitare il pre-dissesto del Comune. Ieri Lo Russo parlando del turismo ha parlato di eliminazione della Juventus dalla Champions League, e in questa profezia c’è il disfattismo distruttivo di un partito che ha governato Torino negli ultimi 20 anni. In mezz’ora oggi nel suo intervento non ha sollevato la questione del piano di rientro e della Corte dei conti. L’analisi sul bilancio va fatta in modo intellettualmente onesto, gli attacchi distruttivi non portano a nulla. Dalla Città dovrebbe partire una richiesta di unione nazionale, attraverso Anci. Questo continuo parlare di una Torino che non esiste che ha fatto perdere le elezioni al candidato Fassino, prosegue nelle parole del capogruppo Lo Russo. Per esempio la narrazione falsa della disseminazione di centri commerciali da parte di questa amministrazione. Consiglio al Pd di non continuare a raccontare cose inventate perché non serve e non ci fate bella figura, a meno che non vogliate scendere a livello nazionale sotto al 10%. Ci dite che non abbiamo visione ma noi raccontiamo semplicemente la verità di una Città in cui non sempre va tutto bene. Questa Città è in crisi e paga scelte politiche di lungo periodo sbagliate, con un pre-dissesto Gtt o il Salone del libro a rischio di fallimento. Questo bilancio segna un punto da cui Torino a partire da una situazione finanziaria finalmente sotto controllo può pensare nel medio periodo di tornare a investire, anche se ci sono piani anche per questi anni. Non riconoscere gli sforzi che facciamo è un segno di disonestà intellettuale.

Francesco Tresso (capogruppo Lista Civica per Torino)
Quale sarà l’eredità che l’Amministrazione Appendino lascerà? Il Bilancio è costruito erodendo il patrimonio della città, con tante entrate una tantum. La città è fortemente compromessa dall’indebitamento, ma già la Giunta Fassino aveva adottato una politica di rigore, mantenendo però un’idea di sviluppo. Ora la città è in stallo, non investe e si ferma. Anche la dismissione delle quote Iren viene usata per la spesa corrente, non per risanare e investire! Ciò va contro anche contro il pronunciamento della Corte dei Conti 28/2018. Sbagliato pure utilizzare gli oneri di urbanizzazione per onorare i contratti di gestione Iren. Così come non vincolare le entrate provenienti dalla dismissione del patrimonio ex Ipab a una destinazione socio-assistenziale. Infine, i tagli lineari alle Circoscrizioni comporteranno tagli ai servizi per i cittadini, secondo la logica della Giunta comunale di affossare le Circoscrizioni.

Antonino Iaria (M5S)
I servizi di welfare erogati dalla Città di Torino sono superiori alla media nazionale e attraggono anche persone dal territorio metropolitano. Merito anche delle giunte precedenti; merito nostro è stato però quello di averli mantenuti, nonostante il piano di rientro dal debito. In questi due anni abbiamo poi sviluppato una visione politica di sinistra – che era mancata in precedenza – salvando aziende pubbliche (Gtt e Csi) da una possibile privatizzazione.

Alberto Morano (capogruppo Lista Civica Morano)
Avevo chiesto tramite accesso agli atti, lo stato dei conti delle tre principale fondazioni culturali partecipate dal Comune di Torino, relativi a consistenza di cassa, dettaglio di crediti, debiti e contributi versati dal Comune di Torino nel 2017. Ha risposto solo la Fondazione Torino Musei precisando che il credito nei confronti del Comune ammontava al 31 dicembre 2017 a 5 milioni 700 mila euro. Neanche la Città ha fornito risposte in merito alle richieste. Quale grado di attendibilità, quindi, ha il Bilancio di previsione 2018 – 2020 se non si ha conoscenza dei debiti della Città verso le fondazioni culturali? Un secondo punto non chiaro riguarda i rapporti tra Gtt, Infra.To e Comune di Torino. Nel piano industriale di Gtt approvato dalla Città si precisa che il canone parcheggi 2018 dovuto a Gtt pari a 17,4 milioni sarà pagato per 10 milioni al termine del piano industriale nel 2022 e per 7,4 milioni in dieci anni a partire dal 2021 al pari degli altri debiti di Gtt nei confronti del Comune di Toreino e di FCT per complessivi 92 milioni di euro. Nel Bilancio, però si fa riferimento solo ai 7,4 milioni. Come sono contabilizzati i debiti del Comune nei confronti di Gtt ed Infra.To per il 2018 pari a complessivi 31 milioni oltre a 6,4 milioni dovuti a Gtt ed InfraTo per debiti pregressi per un totale di 37,4 milioni? Sembra che nel Bilancio di previsione manchino circa 18 milioni di euro, essendo stanziati solo 6 milioni di euro per Gtt e 13,5 per InfraTo. Questo ha impatto sul salvataggio di GTT? In merito invece alla vendita di immobili per 42 milioni entro fine anno, qual è lo stato concreto delle procedure di vendita e quante possibilità concrete vi sono?

Antonio Fornari (M5S)
Sono state ridotte spese per 24 milioni e non ci sono aumenti di tributi comunali, un merito dell’Amministrazione che va sottolineato. Non è vero che non c’è un’idea di sviluppo della Città, come dimostra, ad esempio il protocollo con 14 partner sulla guida autonoma. La mozione di accompagnamento che ho presentato riguarda il tema della rinegoziazione dei mutui, perché i Comuni, che più di tutti in questi anni hanno contribuito alla riduzione del debito pubblico, possano veder ridotti gli oneri di ammortamenti allungando i relativi periodi.

Monica Canalis (PD)
Trovo suggestivo il passaggio finale della relazione, quando si cita il rapporto con il passato. Anche nella saggezza popolare ci sono riferimenti simili, “la storia è maestra”, “dobbiamo imparare dagli errori della storia”. Un passaggio che forse vuole ristabilire un rapporto corretto fra il passato, il presente e il futuro di questa città, per evitare atteggiamenti manichei ed infantili: tutte le colpe al passato e la rigenerazione al presente. Ho apprezzato quel passaggio perché si ravvisa una maturazione politica, una ammissione di colpa, il tentativo di una correzione di rotta, speriamo non solo della Giunta ma, anche dei Consiglieri di maggioranza. Se Torino è anche il suo passato, lo è anche in quello di buono che ci ha lasciato. In questi giorni, in molti citano il rapporto Rota della Fondazione Einaudi. Un riferimento autorevole che, per quanto riguarda il welfare, dice che Torino è l’eccellenza italiana per antonomasia. Non solo per il lavoro delle amministrazioni passate, ma per un tessuto sociale (e produttivo) extraistituzionale, formato negli anni, asset di questa città. Integrazione virtuosa fra pubblico e privato fondato anche su quella sussidiarietà che citate in modo inconsapevole. Un bene da cui partire per fare sviluppo. Scrivevate nella relazione 2017: “quando andiamo al meglio spesso roviniamo quello che è bene”. Fate allora attenzione: l’eredità del passato non è solo la voce debiti ma anche welfare che funziona. Decidere di contrarre la spesa per il welfare nella previsione di Bilancio, non è un buon segnale. Rischiate di rovinare quello che di buono c’è in questa città.

Federico Mensio (M5S)
Mancano alcuni passi. Ad esempio che abbiamo rilanciato, dopo alcuni anni di immobilità, l’estensione della raccolta differenziata dei rifiuti. Sarà efficace ed efficiente e porterà dei risparmi. Ma la Giunta è anche riuscita a mettere ordine nei conti di alcune partecipate, si parla di piano di rientro nei confronti di Iren e Amiat. Abbiamo rilanciato un modello di efficentamento energetico con progetti mirati sull’illuminazione pubblica e gli impianti semaforici a led. Ci accusano di non avere una visione e di avere fermato la città, ma le cose le stiamo portando avanti, utilizzando al meglio le risorse, nonostante una situazione di bilancio in cui si deve fare di necessità virtù. Affacciarsi alla politica è un esercizio interessante. Mi piacerebbe vedere da parte delle opposizioni un atteggiamento che porti a discorsi non preconfezionati ma alla capacità di ascolto verso quello che dice la maggioranza. In tempi di “vacche magre” sarebbe ora di mettersi ad un tavolo e decidere cosa serve alla nostra città. Sennò non facciamo il bene dei cittadini.

Viviana Ferrero (M5S):
Occorre tenere conto delle reali esigenze dei cittadini, con una politica di prossimità. La sottomissione delle amministrazioni al debito va superata, affrontando con il coraggio che abbiamo dimostrato scegliendo di non andare in pre-dissesto. Non si vive di solo bilancio, e del resto il PD, negli anni scorsi, con una Città ancora ricca di risorse aveva fatto disastri. Torino è in difficoltà ma può resistere all’assedio del debito, con nuove esperienze di partecipazione, come i beni comuni. Occorre superare la contrapposizione centro/periferie, la povertà emerge ovunque e bisogna tenere insieme questa città, anche con la rete territoriale rappresentata da biblioteche, case di quartiere, centri d’incontro. I numeri scarni del bilancio non riescono ad esprimere il grande lavoro umano che in silenzio stiamo facendo.

chiara giacosa (capogruppo M5S)
Ringrazio tutti quelli che hanno contribuito a costruire questo bilancio. E entusiasmante vedere che ci sono persone che si dedicano integralmente alla città. La politica dovrebbe imparare da loro. Anche io cito Churchill: non bisogna pregiudicare il futuro aprendo nuove liti tra passato e presente. Ricordo che abbiamo dato corso alle indicazioni della Corte dei conti e che il piano di interventi era necessario per evitare un commissariamento che ci avrebbe privato di qualunque autonomia di scelta. Ci hanno contestato di ignorare ciò che è stato fatto negli ultimi 20 anni, ma noi, in realtà, con quel lascito facciamo i conti tutti i giorni. Noi esprimiamo il massimo impegno per fare andare avanti la Città nel migliore dei modi.

Assessore Sergio Rolando
Quest’anno Gtt e Infra.to hanno predisposto un piano industriale e a breve ci sarà il piano finanziario di Fct. Gli istituti di credito si sono quindi dichiarati disponibili a spostare i mutui di una o due rate, senza incrementarne la durata. Per questo, nel 2018 non è stato iscritto alcun debito a bilancio: i debiti verranno rinegoziati prima della fine del secondo semestre. Dal 2010 a oggi, la Città ha investito 25 milioni di euro su beni ex Ipab, frutto di entrate in parte non realizzate. Fino a quella cifra, la Città potrà compensare queste spese.

In conclusione di dibattito, la Sindaca Chiara Appendino ha dichiarato che questo è il miglior bilancio possibile nella situazione attuale, condizionata dal piano di rientro, caratterizzato dalle responsabilità delle scelte fatte per il rientro dal debito. Ha poi spiegato di avere voluto evitare il pre-dissesto per non per perdere la possibilità di finanziare le agevolazioni, previste ad esempio per le fasce più deboli della popolazione. E che si è scelto di guardare sempre in avanti, con scelte strategiche, rivedendo la mobilità, ad esempio nella ZTL, ri-modulando gli interventi di AxTO, non privatizzando Gtt, e senza tagliare un euro alla cultura. Senza i conti in ordine – ha concluso – non si può guardare al futuro. Serve un bilancio sano – che non ha bisogno di entrate straordinarie per finanziare la spesa corrente – per tornare a fare investimenti in modo strutturale. E serve – ha affermato la sindaca – una comunità coesa, dove le persone tornino a sentirsi parte attiva, come sta avvenendo con per i beni comuni e per Co-City.
Infine, Appendino ha auspicato che il Governo riprenda il dialogo con gli Enti locali sul tema della rinegoziazione dei mutui, argomento di cui si discute in sede Anci perché caro a tutte le amministrazioni comunali italiane.
Ha concluso l’intervento ringraziando il Collegio dei Revisori dei Conti, i consiglieri comunali e gli uffici.

Redazione di cittAgorà