La fotografia che l’ingegner Francesco Forleo, a nome della Consulta comunale per l’Ambiente, ha mostrato ai componenti delle commissioni II e VI è emblematica. In un parcheggio del centro, fianco a fianco, un SUV da due tonnellate e una piccola utilitaria. Il primo, catalogato Euro 6, può circolare in caso di restrizioni al traffico per ragioni ambientali, mentre la seconda, Euro 4, deve restare ferma.
Eppure, un grosso e pesante autoveicolo, anche con un motore endotermico che inquina meno rispetto a quelli di dieci o vent’anni fa, emette grandi quantità di CO2, un composto chimico non inquinante (altro non è che l’anidride carbonica) ma fortemente climalterante. La tendenza, al tempo stesso di mercato e culturale, è quella alla produzione di auto di grossa taglia, con volumi e cilindrate superiori al passato, che per spostarsi richiedono molta energia termica e quindi emissione di CO2 e di agenti inquinanti come il monossido di carbonio. Cosa che, secondo la Consulta, dovrebbe indurre a tornare verso la diffusione di modelli di autoveicoli con dimensioni e peso più limitati.
Non è un problema da poco: cosa che può apparire inverosimile per i non addetti ai lavori, la combustione di un litro di benzina o gasolio produce rispettivamente 2.3 e 2.6 kg di CO2, ha spiegato Forleo. Un fatto che in una situazione di ormai avviata alterazione climatica del pianeta, con un riscaldamento globale ora innegabile e rapidissimo rispetto ai cicli che hanno contraddistinto il passato, dev’essere tenuto in considerazione.
Certo, l’auto elettrica potrà essere di grande aiuto, ma restano irrisolti problemi quali i prezzi di vendita elevati, la rete di distribuzione e i tempi di ricarica, le batterie troppo pesanti (oggi il rapporto è di 1 km di autonomia per kg), la necessità di utilizzare elettricità prodotta tramite fonti rinnovabili e non tramite carbone o idrocarburi. Questioni che esulano dalle competenze di un Comune. Tra una ventina d’anni, ha spiegato Forleo, le batterie “alluminio/aria” potranno pesare anche dieci volte meno di quelle odierne e permettere tempi di ricarica ridotti a pochi minuti. In attesa degli sviluppi, si possono assumere dei provvedimenti fin d’ora.
Provvedimenti che, secondo la Consulta per l’Ambiente, devono favorire un cambiamento di paradigma nel modo di usare gli autoveicoli. Ad esempio, la discussa questione del limite di velocità a 30km orari nei centri urbani ha una prospettiva incentrata sulla sicurezza delle persone (a Bologna dopo l’introduzione del limite i decessi per incidente stradale e i sinistri gravi sono diminuiti di un terzo), ma esiste anche un aspetto ambientale, poiché a bassa velocità i consumi diminuiscono e con essi le emissioni di CO2, monossido di carbonio e particolato.
Alla diffusione del limite di velocità suddetto, andrebbe aggiunta la promozione di una condotta al volante che sia etica e intelligente: in parole più semplici, limitare il ciclo accelerazione/frenata tipico della guida in aree urbane, evitando velocità sostenute (peraltro non consentite) e partenze sgommanti allo scattare del verde che poi, alla fine, a Torino la velocità media risulta essere tra i 17 e i 19. Anche la riduzione degli incroci semaforizzati, con nuove rotonde, secondo la Consulta potrebbe contribuire.
Un terzo tema, infine, è quello dell’opera di “moral suasion” che, a detta della Consulta, l’Amministrazione comunale dovrebbe esercitare nei confronti dei possessori di autoveicoli pesanti e di grossa cilindrata, sottolineandone le forti emissioni di CO2 e agenti inquinanti e suggerendo loro di evitarne l’utilizzo – pur se consentito – nei giorni di superamento dei limiti dell’inquinamento.
Tutti temi che hanno acceso l’interesse dei consiglieri e delle consigliere presenti alla riunione, presieduta da Tony Ledda. De Benedictis ha espresso dubbi sul limite dei 30 km orari, sottolineando poi la necessità di una transizione che, in attesa di sviluppare l’alimentazione a idrogeno, punti a un mix tecnologico/energetico. Greco ha sollevato il tema dei prezzi elevati della auto elettriche, sottolineando poi come sulle questioni energetiche e ambientali occorrano politiche generali e non da parte dei Comuni. Diena ha da parte sua sottolineato delle auto voluminose, che oltre a avere impatto ambientale occupano in maniera eccessiva gli spazi pubblici, mentre Fissolo ha invitato Consulta e Commissione a lavorare insieme sulla concretizzazione e regolamentazione della ZTL ambientale. Sganga ha difeso la prospettiva del limite a 30km orari e Patriarca ha prospettato l’eventualità di una proposta di mozione sul tema della guida etica.
Claudio Raffaelli