Centosettantacinque anni fa dopo la promulgazione dello Statuto Albertino si tenne la prima elezione del Consiglio comunale di Torino e al voto furono ammessi soltanto i cittadini maschi e facoltosi; l’elezione del 1848 rappresentò il primo passo verso il suffragio universale che sarebbe stato introdotto quasi cent’anni dopo con la nascita nel 1946 della Repubblica italiana. La Sala Rossa di Palazzo civico ha celebrato la ricorrenza con una cerimonia in apertura dei lavori dell’Assemblea e gli interventi di Maria Grazia Grippo – presidente del Consiglio Comunale; Stefano Lo Russo – sindaco; Gavino Olmeo – Fondazione Camillo Cavour; Gino Anchisi – presidente dell’Associazione amici della Fondazione Camillo Cavour; Rosanna Roccia – presidente del Comitato scientifico del Centro Studi Piemontese.
Grippo ha ricordato l’importanza simbolica del voto del 7 novembre 1848, per scelte fino allora appannaggio della casa reale Savoia, “sebbene si espresse un’esigua minoranza di torinesi e occorse quasi un secolo per introdurre il suffragio universale”. Quest’anno ricorre un’altra importante ricorrenza: è il trentennale dall’introduzione del voto diretto del sindaco – ha aggiunto – per poi riprendere l’intervento del presidente Mattarella la scorsa settimana all’assemblea Anci rivolto agli amministratori pubblici e al senso di responsabilità incarnato nel loro ruolo.
Olmeo oggi rappresentante dell’Amministrazione comunale nella Fondazione Cavour e in passato Consigliere comunale di Torino ha portato i saluti della Fondazione e ricordato la propria esperienza dagli scranni della Sala Rossa mentre Anchisi ha evidenziato l’impegno per mantenere in buone condizioni il Castello di Santena.
Roccia ha posto l’accento sulle vicende storico politiche di quegli anni e i festeggiamenti che si tennero per celebrare le prime elezioni alle quali partecipò l’1,5 per cento dei torinesi per eleggere ottanta consiglieri – in sostituzione di sessanta decurioni – tra i più bei nomi del Risorgimento compreso Camillo Benso conte di Cavour che rivestì la carica fino al 1861, anno della sua scomparsa.
Ha concluso il sindaco Lo Russo per ribadire l’opportunità di celebrare i 175 anni di storia dell’istituzione che ha rappresentato un baluardo di buona amministrazione con decisioni assunte anche in momenti storici molto complessi prima del Regno, poi della Repubblica: “In una cornice così aulica si sono prese decisioni che hanno fatto progredire Torino rendendola non solo la prima capitale d’Italia ma anche capitale industriale, economica e sociale.”
(Roberto Tartara)