Casa Oz: dove l’impresa eccezionale è essere normale

La parola d’ordine è normalità. Una parola che si pronuncia, che si legge e che si ascolta, una condizione che si percepisce e si respira. Così accade a Casa Oz, dove a bambini in cura si propone un percorso di vita uguale a quello di ogni altro bambino, caratterizzato da istruzione e gioco e dove i volontari si impegnano a rendere normale, appunto, anche la vita dei familiari. Allo stesso modo è normale inserire in un’attività lavorativa ai Magazzini Oz ragazzi che crescono insieme ad una disabilità, e diventa normale, ad esempio, considerarli simpatici o antipatici sulla base della personalità che esprimono e non sulla base di un problema fisico o intellettivo. Così è normale che nella cucina degli stessi Magazzini trovino lavoro persone di nazionalità diversa, persone fuggite da luoghi di guerra, persone che hanno la possibilità di vivere una vita normale grazie ad un contratto di lavoro.
Questo è stato sottolineato, questa mattina, da Enrica Baricco, presidente della Onlus Casa Oz, e dagli altri responsabili delle svariate attività della struttura e dei Magazzini Oz, nel corso di un incontro organizzato per fare una sorta di bilancio di un percorso che, per quanto riguarda la Casa di corso Moncalieri ha avuto inizio 12 anni fa mentre, per quanto riguarda i Magazzini Oz di via Giolitti (luogo nel quale si è svolta l’iniziativa) 5 anni fa.
Due i progetti mirati proprio all’inserimento lavorativo di disabili e di immigrati, dal titolo “Il mio posto è nel mondo” sostenuto, tra gli altri da Compagni di San Paolo e dalla Luigi Lavazza S.P.A., e “La diversità è bellezza”, sostenuto da Reale Foundation.
Progetti il cui successo è testimoniato dai numeri: più del 50% dello staff è costituito da persone che provengono da situazioni svantaggiate. Nel 2018, sono stati 15 mila gli articoli venduti nell’emporio dei Magazzini, 20 mila i caffè serviti nel bar, 16100 i coperti per la ristorazione.
A Casa Oz, invece, lo scorso anno, tra i dati spiccano le 194 settimane di ospitalità, le 2444 ore di sostegno scolastico e i 6569 pasti preparati.
Tra gli invitati all’incontro di questa mattina, anche la Città di Torino che, per l’occasione, è stata rappresentata dal consigliere Francesco Tresso che, nelle scorse settimane, insieme ai consiglieri della commissione Sanità e Servizi sociali, aveva effettuato un sopralluogo presso Casa Oz, per approfondire la conoscenza di questa realtà.

Federico D’Agostino