Nuovo bar del Palagiustizia: caffè, cultura e reinserimento sociale

La firma del protocollo

Riapre il bar del Palagiustizia “Bruno Caccia”, una buona notizia per le migliaia di persone che quotidianamente vi si recano per lavoro, cause legali, processi e documenti. Ancor migliore notizia è quella che il nuovo bar sarà assegnato dal Comune, in concessione per sei anni, a una cooperativa sociale che lavora per l’integrazione sociale e professionale di persone detenute ed ex detenute.

La cooperativa sarà individuata congiuntamente da Città di Torino e Ministero della Giustizia tramite bando pubblico. Una parte del locale assegnato al bar sarà riservata, in via sperimentale e per almeno due anni, ad attività di carattere non commerciale, progetti culturali, artistici e formativi sul tema dei diritti delle persone private della libertà personale. Attività che saranno individuate in collaborazione con la Garante dei diritti delle persone private della libertà della Città di Torino, Monica Cristina Gallo. L’aggiudicazione dello spazio interno al Palagiustizia terrà conto non solo dell’offerta economicamente più vantaggiosa ma anche della qualità progettuale orientate a formazione del personale e ricadute culturali sui cittadini e cittadine.

Monica Cristina Gallo firma il protocollo d’intesa tra Comune e autorità giudiziaria

Il protocollo che disciplina l’iniziativa è stato firmato oggi, a Palazzo di Giustizia, dalla sindaca Chiara Appendino e dalla garante Monica Cristina Gallo. Per l’Autorità giudiziaria, a firmare l’intesa sono stati Arturo Soprano, presidente della Corte d’Appello, il provveditore del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria per il nord-ovest Liberato Guerriero, il procuratore generale Enrico Saluzzo e Domenico Minervini, direttore del penitenziario torinese “Lorusso e Cutugno”. La sindaca Appendino ha sottolineato come i percorsi riabilitativi attraverso il lavoro siano importanti non soltanto per le persone che coinvolgono direttamente, ma per tutta la comunità cittadina, una comunità che vuole guardare avanti. Da parte sua, Monica Cristina Gallo ha commentato: “Mi sembra importante sottolineare l’aspetto che credo caratterizzi in modo particolare questa iniziativa: i 60 mq destinati ad eventi culturali, artistici, di divulgazione per iniziative legate al mondo delle carceri. Questi appuntamenti nasceranno in stretta collaborazione con il mio ufficio, che intende potenziare la rete di relazione e collaborazione tra tutte le realtà impegnate nel carcere“.

Claudio Raffaelli