![Progetto Fair](http://www.comune.torino.it/cittagora/wp-content/uploads/2019/02/fair-678x381.jpg)
“Il carcere è un luogo che fa parte della città e può e deve essere anche un luogo di studio e formazione per favorire la re-integrazione nella società”.
Con queste parole la vicepresidente del Consiglio Comunale di Torino, Viviana Ferrero, ha aperto a Palazzo Civico i lavori del seminario formativo “Fair – Fighting against inmates radicalisation” rivolto ai garanti dei detenuti di tutta Italia, per prevenire la radicalizzazione violenta in carcere.
![](http://www.comune.torino.it/cittagora/wp-content/uploads/2019/02/ferrero.jpg)
“È un progetto europeo promosso dalla Fondazione Nuovo villaggio del fanciullo di Ravenna – come ha spiegato Stefania Mariano, responsabile del fund raising dell’iniziativa – che si sviluppa su due anni, con un budget da un milione di euro e coinvolge 9 partner di 8 Paesi”.
Come ha raccontato Luca Guglielminetti, facilitatore del progetto, è un’opportunità concreta per prevenire la radicalizzazione violenta, che nasce da una riflessione sviluppata due anni fa con la garante torinese dei detenuti, Monica Cristina Gallo, e che ha già visto interventi a Torino, Forlì e Firenze, con il coinvolgimento di personale volontario, esterno all’amministrazione carceraria, ma che lavora con detenuti e detenute. Sono inoltre stati sensibilizzati 50 imam di tutta Italia e i cappellani di Torino.
“Siamo onorati di partecipare a queste due giornate torinesi di formazione sulla radicalizzazione – ha affermato Monica Cristina Gallo, garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino – È utile per avere strumenti a garanzia dei diritti fondamentali di chi si trova in carcere: è il passo più importante per fare un’efficace opera di prevenzione”.
“In Comune – ha ricordato – è inoltre già attivo un Tavolo sulla radicalizzazione ed è stato firmato un protocollo per favorire il culto, anche nel carcere minorile.
“I recenti efferati attentati terroristici – ha dichiarato il garante piemontese dei detenuti Bruno Mellano – hanno acceso un faro sul modo di fare cultura nelle carceri. Si è risposto subito in modo emergenziale, ma ora occorrono riflessioni più meditate per costruire una rete di attenzione e intervento e presa in carico di un potenziale pericolo”.
Luca Guglielminetti ha quindi illustrato le modalità operative dell’attività di formazione in programma il 15 e il 16 febbraio presso il Municipio di Torino, rivolta a tutti i garanti d’Italia: un fatto unico in Europa sul tema della radicalizzazione.
Massimiliano Quirico