“La Città ha tentato in tutti i modi di portare avanti la candidatura all’evento olimpico secondo un modello nel quale si credeva e non siamo mai stati a favore di un modello a tre per il quale non erano chiari i costi/benefici”.
Lo ha affermato la sindaca Chiara Appendino in Sala Rossa, rispondendo a due interpellanze generali legate al percorso svolto dalla Città per la candidatura ai Giochi Olimpici invernali del 2026.
Appendino ha ripercorso tutte le tappe legate all’iter di costruzione della candidatura, dalla manifestazione di interesse, alla presentazione del dossier, fino alla proposta del Coni di sostenere un’unica candidatura per l’Italia.
“A questa proposta, ha aggiunto, risposi con la disponibilità a comprendere lo spirito di una candidatura che prevedesse le tre località ma non ho mai capito i costi di un dossier a tre, che non prevedeva finanziamenti dallo Stato. Un’Amministrazione seria, ha affermato, non può intraprendere un’avventura senza elementi di certezza.
Torino, dal nostro punto di vista, sarebbe stato l’unico modello credibile, coerente con la policy del Cio, con la possibilità di utilizzare impianti già esistenti, di riqualificarne altri, di riqualificare alcune porzioni di città opportunità che, con la candidatura a tre, non ci sarebbero state.
Comprendo e rispetto la posizione di chi era favorevole ad un’impostazione diversa dalla nostra, ha ribadito, ma noi non l’abbiamo condivisa. E’ un peccato la mancata candidatura ma noi abbiamo giocato la partita fino in fondo come potevamo”.
Stefano Lo Russo (Pd): Molti passaggi nella gestione della candidatura olimpica torinese non hanno convinto; una serie di atti e comportamenti che hanno reso chiaro fin da subito il risultato finale estremamente negativo per la nostra città.
Sindaca, oggi aveva l’occasione di dire che ha sbagliato valutazione; il Partito Democratico ha offerto la sua disponibilità a votare la candidatura, collaborando alla sinergia con le altre località. E la responsabilità politica di quello che è accaduto è tutta sua; ha detto di no agli altri gruppi in Consiglio comunale privilegiando esclusivamente la tenuta della sua maggioranza. Ma nel suo intervento non ha ammesso niente, non si è assunta alcuna responsabilità, non si è attribuita nessuna colpa.
E’ di questo fiasco tremendo, con tutto l’interesse che c’era a Torino attorno alle Olimpiadi, lei è l’unica responsabile. Noi quindi non la ringraziamo; se la città oggi non ha nulla è colpa della sua palese inadeguatezza nella gestione politica della candidatura olimpica.
Osvaldo Napoli (Forza Italia): L’esultanza di alcuni Consiglieri comunali manifestata per il fallimento della triplice candidatura olimpica è la conferma della negatività con la quale la giunta Appendino aveva predisposto il dossier. Quell’esultanza è stato uno schiaffo per Torino e i torinesi.
Il ministro Toninelli ha detto che Torino era la sede migliore, in palese contraddizione della candidatura a tre. Chiedere l’esclusiva di Torino ha fatto venire il sospetto; Toninelli ci è o ci fa?
Appendino era in difficoltà ed è tuttora in difficoltà, e ha parlato debolmente di doppio gioco della Lega e del Pd.
Ma in realtà la vittoria è della Sindaca, ha salvato la Giunta e la sua maggioranza. Una maggioranza che non ci ha mai creduto fin dagli inizi, creando un caso che non ci sarebbe mai dovuto essere.
Ma è stata una scelta contro lo sviluppo economico della città, e per Torino è una sconfitta bruciante; ingenti risorse economiche private e pubbliche si sposteranno su Milano e Cortina.
Era una buona idea il tentativo di recupero delle gare nelle vallate piemontesi, e invece non è accaduto niente neanche su questa azione. Ma la verità politica è cha a livello politico nazionale il Comune di Torino non conta nulla; dovreste avere la forza di rompere con il Governo centrale che non vi ha aiutato in nessun modo.
E’ stata una grande occasione persa, ora assumetevi le vostre responsabilità.
Fabrizio Ricca (Lega Nord): Su tutto, mi auguro si possano portare in Italia le Olimpiadi.
In parte mi complimento con il sindaco; nonostante tutto in questa candidatura ‘siamo rimasti in partita’ per il 70 per cento e la Lega ha offerto tutto il contributo possibile per portare le Olimpiadi a Torino.
Poi Appendino in 48 ore, per questioni politiche interne alla sua maggioranza, ha deviato dalla direzione iniziale; pagano la sconfitta i torinesi, le valli olimpiche, l’indotto turistico.
I Governatori Fontana e Zaia si sono spesi al 100 per cento e hanno messo davanti a tutto gli interessi della loro Regione, ponendosi nelle migliori condizioni per chiedere al Governo la candidatura olimpica. Invece il presidente della Regione Piemonte Chiamparino non lo ha fatto, non si è preso le stesse responsabilità dei colleghi della Lombardia e del Veneto e oggi ha colpe politiche sull’esito della candidatura pari a chi ha elaborato la strategia.
Il problema dei fondi è inesistente, la volontà politica era chiara fini dagli inizi. E mi fa sorridere che alla festa per la ‘mancata candidatura’ erano presenti quindici persone, senza rendersi conto di rovinare le prospettive di una Regione.
Francesco Tresso (Lista civica per Torino): È la cronaca di un’esclusione annunciata, che ha messo in luce tutti i limiti della Sindaca e di una Giunta che non sa governare e non ha una visione. La Sindaca è stata supponente e non ha voluto ascoltare le altre forze politiche e le realtà del territorio. Non sono bastati gli appelli a Di Maio e Grillo e ora, in nome di una decrescita infelice, non ci rimane altro che stare a guardare… La città è triste, ferma, incapace di gestire anche problemi più semplici, come le code alle anagrafi e agli sportelli Gtt. Rischiamo un triste isolamento, alla periferia di Milano e dell’Europa. Torino diventa sempre più piccola.
Silvio Magliano (Moderati): Mi auguro che la scelta del Governo di assegnare le Olimpiadi ad altre città non sia paradigmatico di ciò che ci aspetterà nei prossimi anni. Accadrà così anche per i fondi per periferie, migranti e infrastrutture? Torino oggi è lontana dalle aspettative di parti sociali e corpi intermedi, ma temo sia lontana anche dal Governo.
Antonino Iaria (M5S): Credevo molto nel progetto olimpico di Torino, ma bisogna dire che ci sono ancora oggi problemi legati all’eredità delle Olimpiadi 2006 e che forse Malagò ha sempre voluto portare le Olimpiadi a Milano. Due o tre gare sul nostro territorio avrebbero poi portato una grande ricaduta?
Eleonora Artesio (Torino in Comune): Quando ne abbiamo discusso, la posizione tenuta dal gruppo Torino in Comune è stata sempre quella di subordinare le valutazioni economiche sulle olimpiadi ad una consultazione cittadina attraverso un referendum. Questa Amministrazione che ad ogni piè sospinto parla di strumenti di democrazia diretta, come DecidiTorino, avrebbe dovuto orientarsi a questa relazione con la popolazione.
Sapevo che c’era molta attesa dei torinesi in relazione ad una possibilità di trasformazioni future, e mettersi in sintonia con la popolazione avrebbe significato accettare il fatto di essere in una stagione storica in cui la città si sente priva di prospettive e in cui olimpiadi potevano rappresentare una prospettiva.
Questa è la critica che muovo alla sindaca e non il non aver governato la propria maggioranza. Il risultato di cui stiamo discutendo non è solo la mancata realizzazione delle olimpiadi a Torino, ma anche il non aver fatto un passo in avanti nella creazione di una prospettiva per torino, aspettativa inevasa della città.
Deborah Montalbano (Uscita di sicurezza): Cara sindaca c’è un peccato originale. Una sfida che andava contro i valori per i quali una realtà politica si era sempre battuta creando così una divisione interna. Le ricordo che lei è arrivata a minacciare le dimissioni imponendosi alle diverse sensibilità interne della sua maggioranza invece di provare a valorizzare quelle sensibilità e accettando magari una verifica cittadina. In questo modo si è creata una minoranza interna ed una esterna. E queste minoranze hanno utilizzato questa opportunità per creare un disturbo pubblico. Se lei avesse usato la sua forza per le periferie, per riforme strutturali, oggi queste non si sentirebbero così distaccate dall’amministrazione che avevano votato per un cambiamento che oggi non è in vista, e avrebbe anche evitato l’attuale figuraccia e perdita di credibilità.
AlbertoMorano (Lista Civica Morano): Questo dibattito è sempre molto surreale. La vicenda Asproni non le ha insegnato, sindaca, che le bugie hanno le gambe corte? Quel che è successo è stato un grande inganno: lei non aveva i poteri per impegnare Torino ad un evento a tre. Perché non l’ha detto subito al governo? Non avendolo doveva nel caso venire in Consiglio a chiedere di votare una nuova e diversa delibera da quella del luglio scorso. Ha ingannato i Torinesi e i giornali facendo credere di voler correre una gara che non poteva correre. Vorrei sapere cosa pensa l’assessore Finardi di tutto questo.
Valentina Sganga (M5S): Durante la campagna elettorale del 2016 avevamo criticato, in chi ci aveva preceduto, la mancanza di un progetto di sviluppo per Torino che non fosse basato solo sui grandi eventi. Ho sentito dire che noi avremmo accontentato 15 persone, con i paletti sul percorso olimpico, ma in realtà abbiamo accontentato chi aveva scelto la nostra proposta, votando per noi. Secondo voi, questa città sarebbe piccola e triste solo dal 2016? Chi amministrava prima ha perso perché non aveva capito che il problema vero di Torino era la gente povera, erano i giovani disoccupati, A questa minoranza interessano solo gli eventi, mentre le persone non contano. Noi abbiamo dato voce ad esigenze che erano chiaramente indicate nel nostro programma, sulle quali abbiamo vinto le elezioni. E sulla “corsa a tre”, ricordo che per Torino era poco più che una gara di hockey.
Piero Fassino (PD): Una candidatura risulta forte se ci si davvero. E parte della maggioranza non ci ha creduto, ragion per cui siamo apparsi una città poco convinta, rispetto a Milano e Cortina. La sindaca non ha solo perso la candidatura, questa è la metafora della mancanza di un progetto per la città. Mi chiedo che fine abbiano fatto la linea 2 della metropolitana, i progetti per la Cavallerizza e via Asti, che fine abbia fatto il progetto per Torino Esposizioni. E le periferie che avevate promesso di rigenerare? Mi sembra che manchi l’idea stessa di un futuro per Torino, e la mancata candidatura lo dimostra. In questa città, parlando con le varie categorie, si sente dire che questa amministrazione si limita, nella migliore delle ipotesi, a gestire l’ordinaria amministrazione, senza progettualità. Non si fanno le scelte e questa città, conseguentemente, rischia. Io vorrei che Torino fosse forte e innovativa: ma questo non avviene, perché chi oggi governa la città non può indicarle una prospettiva.
Massimo Giovara (M5S): Qui si tratta di due modelli opposti, quello dello “spendi e spera” e quello del “fai un’analisi accurata prima di spendere”. Io scelgo il secondo, quando si tratta di soldi dei cittadini. Nel 2016 abbiamo ereditato una città in declino, insieme ai debiti del 2006 ancora da pagare. Spero che in questo Paese e in questa città si capisca finalmente che non si può spendere se non si hanno risorse. Se eredito un rudere divenuto tale per mancanza di manutenzione, penso all’ex MOI o alla pista di bob, devo farmene carico, nel momento in cui si tratta di denaro dei cittadini. Nel campo della cultura, abbiamo visto come sono finiti il Virtual Park o il Salone del Libro, ecco gli esiti del vostro modello.
Monica Canalis (PD): Sono allibita nel sentire dire che a Torino non ci si poteva indebitare per fare le Olimpiadi, mentre a Roma ora ci si indebita per il DEF: non certo un’operazione di sviluppo. Le Olimpiadi 2026 erano un’occasione di rilancio economico e sviluppo: non solo un debito! Le infrastrutture e l’immagine di Torino e delle nostre valli beneficiano ancora oggi delle Olimpiadi 2006. Ora il Governo considera il nostro territorio marginale. Nessuno a Roma ci ha difeso e siamo diventati la Cenerentola d’Italia!
Vicesindaco Guido Montanari: Il nostro progetto di Olimpiadi sostenibili, senza debiti, con forti ricadute sul territorio sarebbe stata una grande opportunità! Continuiamo però a lavorare su grandi progetti non ancora completati: caserma di via Asti, Manifattura Tabacchi, grandi aree militari dimesse (ad esempio, in piazza Rivoli), Cavallerizza Reale, ecc. Anche AxTO ha portato sul territorio molti benefici. Lavoriamo su grandi cantieri che siano utili alla città.
In conclusione del dibattito, la replica della sindaca Chiara Appendino che oltre a ribadire come la candidatura a tre località non sarebbe stata un’opportunità per Torino, ha invitato i consiglieri a non utilizzare il dibattito in modo strumentale per affermare “che Torino non va avanti” e, riferendosi, a tale proposito, al progetto della metro 2, ha ribadito come i tempi nei quali ci si sta muovendo, siano quelli programmati.