Nata nel 1978 con la legge regionale n°. 75, l’associazione Museo Ferroviario Piemontese da quarant’anni opera per conservare e recuperare materiale ferroviario e tranviario di interesse storico e scientifico.
Ha una sede museale a Savigliano (Cuneo), mentre a Torino, nel cuore di Borgo Dora, nell’ex capolinea ferroviario della Torino-Ceres, ha un’officina per la riparazione e il restauro dei mezzi, frequentata da soci volontari di tutto il Piemonte.
L’associazione però versa attualmente in gravi difficoltà finanziarie, come ha spiegato il 1° agosto 2018 il presidente Claudio Demaria nella seduta delle Commissioni V, I e II, presieduta da Daniela Albano e convocata su richiesta del consigliere Silvio Magliano.
La Città di Torino, socia dell’ente sin dal 1978, con la mozione 9/2017 si è impegnata a valorizzare il patrimonio dell’associazione e – con la mozione 45/2018 sul piano di promozione turistica del rione Borgo Dora, approvata lo scorso 23 luglio – anche a inserire nei pacchetti turistici la sede dell’officina.
La Città – come ha spiegato in Commissione l’assessora alla Cultura Francesca Leon – è inoltre disponibile a versare un contributo una tantum di 5.000 euro (anche per compensare le ultime quote associative non pagate dalla Città stessa), ma prima – in base al Regolamento comunale sui contributi – l’associazione dovrebbe avviare un piano di rateizzazione con Soris per il pagamento della Tari non versata negli ultimi anni.
Infine, il Comune di Torino potrebbe anche rivedere le tabelle di classificazione della Tari, come chiesto da diversi consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, così da agevolare le associazioni che svolgono attività di officina, laboratorio e innovazione sociale (ed eventualmente anche che promuovono welfare) e che offrono benefici alla città, ma che oggettivamente producono meno rifiuti di altre attività che hanno tariffe più basse (ad esempio, gli stadi).
Massimiliano Quirico