Le due ordinanze estive, la numero 46 e la numero 60, che rappresentano il tentativo di disciplinare aspetti negativi della movida torinese (in particolare a San Salvario e a Vanchiglia), sono state oggetto nella mattinata del 20 luglio di un’audizione presso le commissioni legalità, commercio e polizia municipale.
A prendere la parola davanti alle commissioni presiedute da Andrea Russi, alla presenza dell’assessore al commercio, Alberto Sacco, esercenti di San Salvario (riuniti nelle associazioni Baretti e San Salvario), il presidente della Circoscrizione 8, Davide Ricca, il comandante della Polizia Municipale di San Salvario, Piero Zabeo.
Secondo gli esercenti, per effetto delle ordinanze c’è stata una riduzione delle presenze (e del fatturato) ed un miglioramento solo parziale della situazione, sia in relazione alle bevande alcoliche da consumare esclusivamente negli esercizi autorizzati, sia in relazione al disturbo portato ai residenti dal rumore.
A questo proposito qualcuno osserva che alla chiusura simultanea dei dehors si produce il riversamento in strada (e non all’interno dei locali) di grandi numeri di persone, con effetti opposti a quelli desiderati.
Altri timori e segnalazioni concernono lo spaccio di droghe. Il diradamento delle presenze e degli orari di apertura riaprirebbero spazi alle attività criminali.
Emerge però in tutti gli interventi la volontà di concorrere ad individuare modalità di qualificazione della movida e del quartiere, in sintonia con quella espressa dall’Amministrazione cittadina.
“Un quartiere più bello – riassume un esercente – attira gente più bella”. E Sacco è in sintonia quando annuncia il proseguimento degli sforzi dell’Amministrazione per fare della movida torinese una buona movida, in grado di diventare immagine della Città spendibile anche in campo turistico, come già parzialmente avviene.
Altro terreno di convergenza tra Giunta ed esercenti di San Salvario è quello dell’informazione. Ben più della natura delle ordinanze sindacali, una cattiva informazione fornita dai media, centrata su parole chiave come repressione o mala movida, avrebbe concorso a danneggiare le attività economiche di San Salvario.
Il tema attraversa tutta l’audizione e molti degli interventi di Consigliere e Consiglieri. Chi assegna all’informazione responsabilità maggiori fa appello ai giornalisti e alla loro correttezza perché, chiosa un altro esercente, “delle parole che voi scrivete noi viviamo”.
Nelle fotografie:
– Rappresentanti degli esercenti di San Salvario
– Sacco (a sinistra) e Russi