Donne migranti, una ricchezza per la città

Da destra, la presidente del Consiglio Comunale, Maria Grazia Grippo, la vicesindaca Michela Favaro, la presidente della Consulta Femminile, Silvana Ferratello

Si è svolto a Palazzo Civico un convegno promosso dalla Consulta Femminile della Città, in collaborazione con il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati, dal titolo “Migrazioni femminili a Torino”Adottare una prospettiva di genere e contrastare stereotipi e pregiudizi rispetto alle donne migranti – Si è trattato di un momento di bilancio sugli obiettivi raggiunti in un anno di lavoro, in stretta collaborazione con la Città e Il Consiglio Comunale.

Oggi è il coronamento di un progetto avviato in occasione del 45° anniversario della nascita della Consulta femminile, ha sottolineato la presidente del Consiglio Comunale, Maria Grazia Grippo, quarantacinque anni al servizio dell’istituzione e quindi di fatto della nostra città. La Consulta ha svolto un lavoro straordinario di tessitura con il governo della Città e il Consiglio comunale, ha sottolineato, spingendolo non solamente ad analizzare la componente femminile dei flussi migratori ma a costruire percorsi di affermazione, prendendo in considerazione non solo le vulnerabilità delle donne migranti ma anche un ruolo di partecipazione alla vita sociale, culturale e politica della nostra città.

La Presidente ha evidenziato come questo impegno si sia trasformato in un documento di lavoro, intenso nei principi e concreto nelle proposte, dal quale sono scaturite due atti depositati in Consiglio comunale, uno dei quali ha coinvolto l’intera commissione Diritti e Pari opportunità.

Documenti, ha sottolineato, che saranno discussi nei prossimi giorni e che evidenziano da un lato la necessità di comprendere la specificità, l’unicità e la rilevanza della ricchezza socioculturale di donne migranti, arrivate nella nostra città con la prospettiva di restarci. Dall’altro, sottolineano la necessità di affrontare una politica di genere legata alle politiche migratorie, partendo dal potenziamento della conoscenza della lingua da parte delle donne migranti che eviti senso di estraneità e di esclusione.

F.D’A.