Non è un mondo a parte, quello dell’artigianato torinese. Le difficoltà della situazione attuale le vive tutte, tanto che sulle circa 60mila imprese censite fra Torino e la sua ex provincia ce ne sono 1400 che hanno chiesto di accedere agli ammortizzatori sociali: e l’80% sono in qualche modo legato al comparto automotive, oggi alle prese con una transizione delicata e non priva di traumi, anche occupazionali.
D’altra parte, il quadro non è del tutto negativo. Il numero complessivo delle persone occupate, ha un trend positivo, pur trattandosi di imprese mediamente piccole (la media è inferiore ai 3 addetti) l’offerta di lavoro è consistente e molto spesso non si riesce a reperire il personale necessario, anche per i profondi cambiamenti avvenuti nel mercato del lavoro negli ultimi anni. Lo hanno spiegato ai consiglieri e consigliere della III commissione Lavoro, presieduta da Pierino Crema, i rappresentanti di alcune associazioni di categoria, in particolare Filippo Provenzano (CNA), Paola Savarino (Confartigianato) e Francesca Coalova (Casartigiani). Il ritratto di un comparto di grande rilievo al punto di vista del PiL e dell’occupazione, circa 150mila persone nel Torinese, segnala qualche difficoltà nell’accesso al credito e nel rinnovamento generazionale. Anche gli aumenti dei costi delle materie prime, come in tutti settori, pesa non poco.
Altro tema fondamentale emerso nell’incontro, quello dell’orientamento scolastico e della formazione professionale, un campo nel quale assumono grande rilievo le sinergie tra le associazioni di categoria e le istituzioni locali, come la Regione e il Comune. Per quest’ultimo, la vicesindaca Favaro e l’assessore Chiavarino, presenti alla riunione, hanno ribadito l’impegno a ogni possibile forma di collaborazione e sostegno.
Infine, alcuni dati interessanti. Da un punto di vista generale, l’artigianato è un ambito fortemente maschile, anche se nel 28.8% dei casi il titolare dell’impresa è donna, soprattutto nei settore acconciature, estetica e pulizie. In crescita la percentuale di titolari non italiani, che sfiorano il 15% e sono concentrati soprattutto nell’ambito dell’edilizia e impiantistica.
(Claudio Raffaelli)