Si potrebbe definire un restyling quello che ha subito la Galleria d’arte Moderna di Torino che oggi è stata visitata dalla commissioni Cultura, presieduta da Lorenza Patriarca. I consiglieri, accolti dalla direttrice Chiara Bertola e dal presidente della Fondazione Torino Musei, Massimo Broccio, hanno potuto osservare la ridefinizione degli spazi dedicati all’accoglienza, alla biglietteria, al guardaroba, al bookshop ma soprattutto hanno avuto la possibilità di constatare il tentativo di mettere in risalto, almeno in parte, alle origini l’edificio, costruito nel 1959.
Sono stati riportati a vista i pilastri originali, recuperati spazi di luce naturale, non però quella che, in origine, attraversava la struttura provenendo dai lucernari del tetto che conferendo modernità al primo edificio al mondo progettato con funzione museale. E’ stato ripristinato parte dello spazio “ingabbiato” tra anni ‘80 e ‘90 per rispondere ad alcune norme di sicurezza di allora.
Questo intervento ha permesso di riaprire il secondo piano, ha sottolineato il presidente, osservando come nonostante la scarsità di risorse, si sia riusciti a riposizionare il museo ad un livello internazionale grazie alle competenze e al know-how.
Proprio in questi giorni, infatti, sono state inaugurate tre mostre, curate da Chiara Bertola, dedicate all’artista americana Mary Heilman, a Maria Morganti e all’unica pittrice impressionista, Berthe Morisot, mostre che hanno attirato a Torino esperti d’arte, direttori di musei,
Proprio al secondo piano, riportato in vita, la Commissione ha potuto ammirare il Deposito vivente, un luogo che svela parte delle 45 mila opere, tra sculture e dipinti, che rappresentano il patrimonio di pregio della Gam. Il progetto ambizioso al quale puntare, ha evidenziato il Presidente della Fondazione, è una Gam 4.0 ma, per raggiungerlo, è importante che il museo salga nelle gerarchie delle priorità a livello nazionale. Da qui, l’invito ai consiglieri perché le forze politiche di tutti gli schieramenti possano fare fronte comune perché sia possibile contare su nuove risorse.
Federico D’Agostino