Lucio Dalla ci vorrà perdonare se utilizziamo il titolo di una sua canzone, icona della musica d’autore degli anni Ottanta, per raccontare la scelta del Consiglio comunale di aderire, ieri pomeriggio, al Manifesto per Torino città danzante. Ma quel titolo si presta, nel migliore dei modi, a rappresentare la decisione della Sala Rossa di approvare una mozione presentata dalla presidente Maria Grazia Grippo che condivide lo spirito del manifesto e ne riconosce il valore sociale. Nel dettaglio, il documento impegna il Sindaco e la Giunta a predisporre le condizioni ideali per consentire la concreta applicazione degli indirizzi programmatici indicati nel manifesto. Gli stessi indirizzi dovranno poi trovare una effettiva corrispondenza nelle politiche di inclusione, di benessere e di promozione della socialità che l’Amministrazione progetterà di mettere in campo. Nel presentare la mozione, Grippo ha sottolineato come, negli ultimi anni, #Torino si sia caratterizzata per l’aumento considerevole di scuole e praticanti e di #socialdance, balli di coppia e balli di gruppo che, l’anno scorso, hanno contribuito a realizzare la prima edizione di Balla Torino social dance evento che ha animato spazi pubblici, gallerie storiche, mercati, periferie, ospedali, residenze per anziani, scuole e sale da ballo. Protagonisti di quella manifestazione sono stati cittadini, scuole di ballo e associazioni che, nei mesi scorsi, hanno elaborato il manifesto quale guida programmatica e di intenti per un progetto che consenta la realizzazione di una comunità consapevole di ballo e danza partecipata. L’inizio di un percorso verso una città dove le attività coreutiche vengono agevolate, sostenute e promosse e dove la danza sociale è diffusa tra le persone e nel quotidiano perché, come sostiene il manifesto, una città che balla è più inclusiva, sana, aperta, giusta e felice. Nel dettaglio, questi sono i nove punti indicati nel Manifesto per Torino città danzante: la formazione; la filiera professionale e imprenditoriale; lo spazio pubblico; il #ballo come cura e ben-essere; il patrimonio artistico; le attività culturali; lo sport, il superamento delle barriere; il ballo senza confini; un centro coreografico diffuso e la casa del ballo e della musica; un’altra vocazione turistica per Torino.
Marcello Longhin