Dopo i primi passi di approfondimento è nato l’Osservatorio sui trattamenti sanitari obbligatori della Città di Torino con la collaborazione di Università di Torino – Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Torino – Asl Città di Torino – Città della Salute e della Scienza – Tribunale di Torino. A Palazzo civico in Commissione Assistenza coordinata da Vincenzo Camarda (Pd) sono state presentate analisi dall’Università di Torino riferite al quinquennio 2019-2023 dove il totale dei TSO è di 1.038, con una media di circa duecento casi annui. I dati presenti nelle schede di rilevazione sono conservati dall’ufficio TSO del Comune di Torino. Il settanta per cento dei trattamenti dura sette giorni (o meno) e nei casi rimanenti è quasi sempre prolungato per una sola volta: i TSO oltre i 14 giorni sono meno del dieci per cento. Nel quinquennio esaminato le persone sottoposte a più di un trattamento sono state 152 mentre il 63 per cento è di sesso maschile e circa l’80 per cento sono italiane. Il 30 per cento dei casi riguarda la popolazione giovanile di under 30; le Circoscrizioni più interessate sono la Otto (18 per cento dei casi) e la Cinque (16%) mentre il 15% dei casi proviene da fuori città. La media dei trattamenti dal carcere è di circa 20 l’anno. La cause scatenanti riferiscono di disturbi quali: bipolarismo, psicosi, intolleranze alimentari, abuso di sostanze stupefacenti, disturbi emotivi. Numerosi gli interventi attorno a un tema che rappresenta uno specchio dello stato di salute mentale della città diventato pratica di cura. Subito dopo la presentazione della relazione hanno preso la parola l’assessore al Welfare comunale Rosatelli; i vertici della Polizia municipale; la Garante per i diritti dei detenuti della Città, Gallo; i Commissari Pidello – Crema – Greco – Viale – Borasi – Tuttolomondo – Santiangeli – S. Damilano.
(Roberto Tartara)