Una mozione per sveltire le pratiche dei permessi di soggiorno

“Rimuovere gli ostacoli burocratici, avviando sperimentazione presso gli uffici comunali per il rinnovo dei permessi di soggiorno per motivi familiari e potenziare il personale degli Uffici immigrazione delle Questure, dello Sportello unico per l’immigrazione delle Prefetture e dell’Ufficio stranieri del Comune di Torino”. È il titolo della mozione approvata ieri pomeriggio in Consiglio comunale, presentata dal consigliere Abdullahi Ahmed Abdullahi con l’obiettivo di sollecitare i vari livelli istituzionali a migliorare e velocizzare le proprie attività dedicate all’accoglienza formale degli #stranieri in arrivo nel nostro Paese. Nel dettaglio, il documento impegna il Sindaco a confrontarsi con i suoi omologhi, durante l’assemblea dell’ANCI che si terrà a novembre nella nostra città, per valutare l’opportunità di consentire a Polizia municipale e uffici comunali dei comuni che non sono capoluogo di Regione, di sperimentare la gestione di alcune tipologie di pratiche amministrative a livello locale, quali il rinnovo dei permessi di soggiorno per motivi familiari. La mozione chiede anche a Sindaco e Giunta di stipulare un protocollo d’intesa con le Questure per consentire la trasmissione dei rinnovi dei permessi di soggiorno all’anagrafe, direttamente ad opera degli uffici. Questo per garantire ai richiedenti un percorso più agile e l’eliminazione del rischio che inadempimenti burocratici possano portare alla cancellazione automatica dalle liste dei residenti del Comune che può causare la perdita dei requisiti per presentare la domanda di cittadinanza italiana e la richiesta di residenza. All’Amministrazione viene anche proposto di chiedere al Governo di utilizzare i fondi versati dai cittadini stranieri per il rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno, per potenziare l’Ufficio immigrazione della Questura e lo Sportello unico per l’immigrazione della Prefettura di #Torino. Nuovi progetti ed adeguati investimenti dovrebbero, infine, essere programmati per rafforzare e valorizzare, attraverso la collaborazione con #Questura e #Prefettura, il programma “Spazio Comune”, operativo presso il Servizio stranieri del Comune di Torino. Un’esperienza innovativa che permette alle persone straniere di trovare risposte determinanti al fine di rendere più rapido ed efficace l’inserimento sul territorio. Nel presentare la sua mozione, il consigliere del Partito Democratico ha sottolineato come l’arrivo e la presenza di cittadini stranieri sul territorio italiano e torinese siano ormai fenomeni strutturali e che, secondo i dati ufficiali ISTAT, al 1° gennaio 2023 i cittadini stranieri residenti in Italia sono 5.141.341 e rappresentano l’8,7% della popolazione residente. I cittadini non comunitari con regolare permesso sono oltre 3 milioni e 700mila, dei quali il 65,8% ha un permesso di soggiorno di lungo periodo. In Piemonte, al 31 dicembre 2022, sono presenti 414.249 residenti stranieri, 264.208 provengono da paesi extra-UE. Nella città di Torino tra i 134.102 residenti stranieri, i nati all’estero sono la maggioranza, ma 23.626 sono nati in Italia. Abdullahi Ahmed Abdullahi ha anche ricordato come il personale degli uffici delle Questure, delle Prefetture e degli uffici che si occupano di stranieri nei Comuni rappresentano la prima occasione di contatto con lo Stato italiano per molti cittadini stranieri. Un contatto che può determinare profondamente l’orientamento, la fiducia nelle istituzioni ed il sentimento positivo verso l’Italia degli stranieri in arrivo nel nostro Paese mentre gli eventuali ritardi nel rilascio dei documenti e le possibili difficoltà burocratiche hanno, invece, un forte impatto negativo sui percorsi di #integrazione. Il voto finale è stato anticipato da un lungo dibattito e dall’approvazione di un emendamento presentato dalla consigliera Tiziana Ciampolini (Torino Domani), che chiede di dare mandato ai servizi sociali al fine di effettuare una ricognizione sulle provvidenze sociali sospese durante il processo di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi familiari e cure mediche, individuando eventuali procedure attivabili per tutelare i cittadini interessati, anche in collaborazione con gli altri enti che partecipano alle attività dello “Spazio comune”. #immigrazione #accoglienza
Marcello Longhin