Presentato in Quinta commissione il Festival delle migrazioni

E’ un settembre ricco di manifestazioni ed eventi, quello che si appresta a vivere la nostra città. Scendono in piazza le case automobilistiche per presentare le ultime novità di mercato, il Parco Dora sarà il centro mondiale del gusto, le note musicali riempiranno sale concerti, auditorium e strade, Le Fonderie Limone si animeranno di plié, relevé e arabesque mentre il Parco della Tesoriera diventerà una enorme ludoteca. In questo caleidoscopio di proposte ci sarà spazio anche per le riflessioni proposte dalla sesta edizione del Festival delle migrazioni che, da mercoledì 18 a domenica 22, offre un campionario composito di oltre trenta fra spettacoli, concerti, incontri e laboratori per ragionare su “equilibri, disequilibri, cadute”.

Il festival è stato presentato questa mattina durante una seduta della Quinta commissione, presente l’assessore alle Pari opportunità Jacopo Rosatelli, dai tre direttori artistici: Gabriella Bordin di Almateatro, Beppe Rosso di Ama Factory e Simone Schinocca di Tedacà. Intervenuti su invito della presidente Lorenza Patriarca, nel presentare il programma della kermesse, hanno ricordato che il festival è nato nel 2017 quando le tre compagnie teatrali hanno deciso di progettare un percorso comune sul tema dei #migranti e dell’inclusione, mescolando competenze e pratiche artistiche. Con la convinzione che la #cultura possa funzionare da volano per innescare occasioni di confronto e contribuire a stemperare la paura verso i migranti e quella del migrante verso una società che non conosce e che troppo spesso lo rifiuta e lo discrimina, gli organizzatori propongono incontri, dibattiti e momenti conviviali centrati sul tema della migrazione. Il Programma di quest’anno affronta l’attualità degli scenari geopolitici a livello mondiale, dei principali temi che caratterizzano il fenomeno migratorio e delle ricadute che hanno sulle politiche locali e sul territorio. Di contorno ai vari eventi, il festival presenta anche le mostre: “Sguardi plurali sull’Italia plurale”, presso San Pietro in Vincoli; “Il peut pleurer du ciel”, mostra personale di Binta Diaw, curata da Ilaria Bernardi, presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Sempre a San Pietro in Vincoli si trova una postazione fissa che proietta il video realizzato da Il Mulino di Amleto nell’ambito del percorso di studio della produzione teatrale “Come gli uccelli” di Wajdi Mouawad e la regia di Marco Lorenzi.
Marcello Longhin