Sull’acqua, sui costi, sulle tariffe

L’acqua è un diritto, non è una merce. E il Consiglio comunale deve impegnarsi maggiormente per la tutela, il risparmio e la migliore gestione di questo patrimonio. È questo, in sintesi, il senso dell’intervento di Mariangela Rosolen e Paola Ceretto del Comitato acqua pubblica Torino, questa mattina durate una seduta della commissione speciale Servizi pubblici locali. Su invito del presidente Angelo Catanzaro, si sono soffermate in modo particolare sulla questione delle tariffe, per ribadire alcuni punti cari al comitato. Spiegando, innanzitutto, che le tariffe non dovrebbero essere usate per produrre utili. Hanno così ricordato come, dopo il referendum del 2011 che sanciva l’impossibilità di trarre profitto dall’acqua, la tariffa del servizio idrico diventa assai più complessa, includendo nuove voci quali gli oneri finanziari, il conguaglio sulla mancata fatturazione dei volumi erogati rispetto a quelli preventivati e le morosità. Tutte voci che non si possono definire costi ma che diventano, invece, “utili” per il gestore. Per quanto riguarda SMAT, a fronte della diminuzione dei consumi hanno evidenziato come la tariffa 2023 aumenta dell’80% rispetto al 2011, mentre i metri cubi di acqua fatturata nel 2022 diminuiscono dell’8,32% e gli utili aumentano del 58,64%. I ricavi da servizio idrico del 2022, rispetto al 2021, sono aumentati in valore assoluto di € 27.693.546 (+ 9%) ma i metri cubi fatturati sono rimasti pressoché invariati, 170.066.440 contro i 170.916.700 del 2011, mentre la tariffa aumenta del 9,30%.
Marcello Longhin