Il 12 aprile scorso la grande manifestazione sindacale che ha sfilato per le vie di Torino, insieme con le Istituzioni, lanciando, di fatto, un grido di allarme e preoccupazione per il futuro degli stabilimenti di Mirafiori. Dopo due mesi esatti, il 12 giugno prossimo, tutte le sigle sindacali si ritroveranno per un presidio di un’intera giornata davanti a Palazzo civico. Il motivo è stato illustrato dagli stessi sindacati nel corso della riunione della commissione Lavoro che ha ascoltato le valutazioni relative all’ultimo annuncio di Stellantis circa la prospettiva di produrre a Torino, a partire dal 2026, la 500 ibrida.
Fiom, Fim, Uilm, Fismic e Associazione Quadri Fiat sono concordi nell’esprimere un giudizio non negativo su questa scelta. Tuttavia restano pesanti interrogativi. A partire dai tempi. Cosa si farà da qui ad allora? Che impatto avranno i prossimi eventi politici? Fino a quando sarà prodotto questo modello, già adesso obsoleto? Come e quanto gli incentivi influiranno sul mercato? E a proposito di incentivi, sostengono i sindacati, gli unici che in questo momento vedono i lavoratori e le lavoratrici, sono quelli relativi all’esodo pensionistico. Non è immaginabile quale sia l’effetto degli incentivi statali sul mercato e, di conseguenza, sulla produzione, per l’acquisto di un’auto che avrà comunque un prezzo elevato, anche in relazione ai prezzi proposti da case automobilistiche concorrenti, in particolare cinesi.
La manifestazione del 12 giugno, dunque, vuole essere un’occasione per mantenere alta l’attenzione, per evidenziare come “non si debba cadere nel tranello che induca a pensare che qualche buona notizia possa aver risolto la situazione”, con molte incertezze sul lavoro all’interno di uno stabilimento che, dal 2009, vive sugli ammortizzatori sociali. Una situazione che sta avendo ripercussioni importanti su molte famiglie, alcune delle quali non possono garantire, ad esempio, le cure odontoiatriche ai figli o il completamento del ciclo di studi.
Federico D’Agostino