Il Sindaco Stefano Lo Russo è intervenuto, questo pomeriggio durante la riunione del Consiglio Comunale, in merito alla vicenda dello stabile di corso Regina Margherita 47.
Lo Russo ha letto all’aula la delibera, a firma Michela Favaro, approvata il 30 gennaio scorso con la quale si dà avvio al percorso di coprogettazione condivisa per l’utilizzo del bene con un comitato di cittadini.
Il Sindaco ha richiamato il Regolamento comunale sulla collaborazione tra cittadini e Amministrazione per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione di beni comuni urbani, in particolare ha ricordato all’Aula come in questo caso, ci troveremmo in presenza della gestione di un bene comune urbano che può avvenire nella forma del governo condiviso che consiste nella rigenerazione, cura attuate congiuntamente dai soggetti civici, cittadini proponenti e dell’Amministra\zione. A Torino, ha ricordato, sono 50 i siti gestiti con questa modalità.
Questa fattispecie si inserisce, come ha evidenziato, in una innovazione giuridica che fa la differenza tra l’immobile della città usato direttamente dal Comune o l’immobile della città dato in concessione attraverso una procedura a evidenza pubblica.
La procedura, ha sottolineato, può essere avviata tramite consultazione pubblica e per iniziativa diretta dei soggetti civici che possono presentare proposte.
La proposta pervenuta, ha affermato il Sindaco, è firmata da persone appartenenti al mondo accademico, culturale e rappresentativo delle forze sociali che manifestano il loro interesse alla gestione condivisa come bene comune degli spazi al piano terra e del giardino dell’immobile. Prevede la realizzazione di una serie di attività rivolte a tutta la collettività attraverso una collaborazione e partecipazione con gli abitanti del quartiere Vanchiglia e della cittadinanza tutta. Le attività che si propongono sono caratterizzate dall’essere gratuitamente fruibili, inclusive e accessibili a tutti, con l’obiettivo di mantenere viva una comunità già propositiva che negli abitanti del quartiere vanchiglia e nella fascia giovanile trova i suoi elementi propulsori.
L’obiettivo del progetto è quello di favorire il carattere sociale e aggregativo dell’immobile in modo inclusivo e nel rispetto di qualsiasi forma di differenza, tutelando la sicurezza di chi lo frequenta.
I proponenti, ha sottolineato il Sindaco, si impegnano a farsi parte attiva perché l’attività del percorso di coprogettazione avvenga con la piena disponibilità dei locali da parte della città.
Il percorso che l’Amministrazione intende promuovere si inserisce in una strategia finalizzata a trovare strade innovative per affrontare il tema dell’occupazione degli immobili in città. L’Amministrazione agirà con l’obiettivo di garantire spazi di libero e democratico dibattito in un quadro di legalità e non violenza.
Lo Russo ha ricordato come allegati alla delibera, siano presenti i pareri di Asl, Spresal, Vigili del Fuoco che indicano gli interventi necessari per garantire sicurezza all’interno dei locali.
L’avvio della fase di coprogettazione non costituisce di per sé garanzia di realizzazione, che potrà non avere seguito o subire variazioni, specie in relazione alla sua fattibilità tecnico economica e patrimoniale.
La fase di coprogettazione dovrà inoltre svilupparsi nel permanere delle condizioni di disponibilità dell’immobile in capo alla città.
“Ho ritenuto leggere il provvedimento in Aula, ha spiegato Lo Russo, perché mi è sembrato di cogliere una sostanziale difformità tra quelli che sono state delle legittime opinioni, anche espresse con durezza e con grande franchezza, rispetto a questa iniziativa e il merito dell’atto deliberato.
Questa Amministrazione è stata eletta per provare a trovare percorsi che individuino la strada di risoluzione dei problemi.
Il problema era l’occupazione senza titolo di corso regina 47, occupato da 27 anni.
La magistratura legittimamente fa il suo corso e se individua le responsabilità penali di eventuali atti violenti le condanno totalmente, senza alcuna ambiguità, ma ricordo a tutti che la responsabilità penale è individuale e non è una responsabilità collettiva, men che meno politica. E se sono state commesse violenze deve essere chiara la posizione del Sindaco che è di totale e ferma condanna. Così come deve essere chiara la mia posizione di piena solidarietà al Presidente Cirio che in virtù di minacce gira sotto scorta da quattro anni.
Sono pronto a fornire ogni tipo di chiarimento alle autorità di Governo di questo Paese, a partire dal ministro dell’Interno che in sede di Aula parlamentare ha detto che chiederà chiarimenti.
Con la vicesindaca, in particolare, abbiamo informato il prefetto, la questura e la procura della Repubblica, perché ci sembrava dovere istituzionale rappresentare quello che stava capitando, in ultima in data 16 gennaio 2024, ultima delle riunioni che sono state condotte, sono state rappresentate al prefetto, al questore e alla Procura della Repubblica queste intenzioni.
Questa Amministrazione, ha concluso Lo Russo, dopo 27 anni, e a prescindere da quelli che sono stati azioni di altre amministrazioni, individua un percorso che potrebbe portare a ottenere un risultato. E sono qui per ascoltare attentamente le ragioni per le quali il rilascio di corso regina 47 dopo 27 anni alla Città di Torino a qualcuno non va bene”.
Dopo l’intervento del Sindaco si è sviluppato il dibattito.
Giuseppe Catizone (Lega): Quale sarà il nuovo ruolo di Askatasuna nella futura gestione del Bene comune si chiede il consigliere; faranno quello che vogliono? Perché uno dei loro esponenti dichiara in pubblico cose diverse da quello che afferma oggi il sindaco commentando la delibera. Il timore – ha concluso – è che il piano del Comune sia stato accettato dagli occupanti perché era nell’aria lo sgombero del centro.
Fabrizio Ricca (Lega): Alla fine gli occupanti saranno sgomberati afferma il consigliere che si augura non possano mai più rientrare; servono regole chiare per il bando di assegnazione per poi auspicare che alcuni soggetti oggi occupanti ne siano esclusi e che il sindaco si prenda tale impegno.
Pino Iannò (Torino Libero Pensiero): Ventisette anni di illegittimità sono cancellati da un progetto; certo non è il massimo da parte di questa amministrazione – ha commentato il consigliere – che ha definito una farsa elegante la delibera della giunta per legalizzare il centro sociale occupato da violenti. Se la Città un giorno dovrà tirare fuori dei soldi – ha annunciato – farà un esposto alla Corte dei Conti.
Domenico Garcea (Forza Italia): Il sindaco Lo Russo nel 2019 affermava da consigliere di opposizione cose opposte rispetto a quanto dice oggi, ha commentato, definendosi deluso e indignato dal percorso della Giunta che non sgombera gli occupanti del centro sociale per poi restituirlo alla Città.
Andrea Russi (M5S) ha ricordato alcune affermazioni dell’attuale sindaco, nel periodo in cui la città era governata dal M5S, contro il regolamento dei beni comuni da lui accusato di favorire le occupazioni. Per Russi la delibera è un pasticcio e si è chiesto quale coordinamento ci sia tra Comune e autorità. Non bisogna accusare di sovversione tutti i frequentatori di Askatasuna ma è pur sempre un’occupazione: e così la si legittima di fatto.
Paolo Damilano (ToBellissima) ha detto di non dubitare delle buone intenzioni del sindaco che però ha gestito male la cosa, auspicando che oltre questa lodevole iniziativa ci sia il coinvolgimento anche degli altri soggetti istituzionali. Negli anni sono arrivate dal centro sociale varie azioni violente, ha aggiunto, affermando poi che non risulta chiaro il ruolo dei garanti. Il sindaco, ha concluso, crei uno spirito di collaborazione fra tutti i soggetti interessati, con migliore comunicazione verso i cittadini, ToBellissima resta in attesa che lo stabile torni a essere disponibile per città.
Giovanni Crosetto (FdI) ha affermato che sindaco e maggioranza prendono in giro i torinesi, legalizzando un’occupazione abusiva a vantaggio degli attuali occupanti, che violano la legge ma sono compresi in questo percorso. Lo sgombero era possibile, ha affermato Crosetto, citando fonti vicine ad Askatasuna che parlano di co-progettazione con il Comune e i dubbi espressi dall’ex magistrato Caselli, definendo quanto sta avvenendo grave e scandaloso.
Silvio Viale (Radicali +Europa) ha rievocato i 27 anni trascorsi senza aver cambiato opinione, spiegando che Askatasuna accetta la soluzione concordata perché in difficoltà, tramite il gruppo dei garanti che danno legittimazione politica. Le responsabilità penali sono individuali, non ricadono su tutti i frequentatori ma esistono responsabilità politiche (e attività commerciali irregolari). Il progetto ha almeno il merito di disarmare la violenza, ma prima i locali vanno liberati. Viale ha annunciato proposte di modifiche regolamentari.
Ferrante De Benedictis (FdI) ha affermato che si tratta di una co-progettazione con Askatasuna, si vuole eliminare un reato salvando chi lo ha compiuto. Ha citato gli ex magistrati Caselli e Saluzzo, ribadendo che si tratta con Askatasuna, un nervo scoperto per la città, senza rapportarsi con nessuno. La Cassazione è stata chiara, ci sono rischi di lotta armata, ci sono le violenze in Val Susa. Vi chiederemo conto di ogni incidente che avverrà, ha proseguito il consigliere, constatando che una forza come sinistra Ecologista ha un forte peso
Ivana Garione (Moderati) ha consigliato di leggere meglio la delibera e ha sottolineato il degrado dello stabile, non sicuro, evidenziando come il Comune debba farsene carico, segnalando come gli occupanti vadano allontanati definitivamente, come del resto chiaramente indicato dalla delibera. Azioni muscolari avrebbero significato scontri violenti, un’amministrazione di buon senso sceglie un’altra via, inducendo a cessare l’occupazione in modo non violento. Una posizione non imbelle, ma ferma e precisa, che si potrà interrompere se non funzionerà.
Tiziana Ciampolini (ToDomani) ha ricordato una mozione approvata con il bilancio su proposta sua e di altri, che auspicava processi di co-progettazione per i beni comuni, che non sono poesia né teoria: siamo su quel terreno, ha sostenuto, ricordando come siano linee guida europee. Non dobbiamo consegnare la città a vigilantes e telecamera. Ha aggiunto, governare non è solo gestire, occorre avviare progetti istituenti, innovativi, attivando nuove risorse e ascoltando i cittadini. La democrazia – ha concluso – esiste se c’è diritto a dissenso
Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) ha risposto alle accuse di connivenza rivoltele più volte. Non difendiamo i violenti, ma individuare nei centri sociali un luogo di delinquenza e basta non risolve le cose. Ferme restando responsabilità penali, sono sede di attività sociali, sportive e culturali ben accolte nel territorio, ha affermato, ricordando che anche i vuoti urbani sono un problema. I processi sono in corso, ha concluso, evidenziando come ad esempio sui blocchi stradali si proceda con due pesi e due misure.
Simone Fissolo (Moderati): Da quanto ne so – ha ricordato il Consigliere – lo stabile è occupato da componenti provenienti da quella che un tempo era l’area dell’Autonomia Contropotere dei movimenti della sinistra extraparlamentare in lotta contro il capitalismo. Askatasuna non rinnega oggi la propria ideologia di fondo – ha aggiunto – e nella consapevolezza di chi sono loro e di chi siamo noi alla fine si dovrà arrivare all’allontanamento dei delinquenti.
Nadia Conticelli (Pd): oggi si fa confusione ad arte, si mescolano piani diversi – ha detto la capogruppo; portare avanti il percorso dei Beni Comuni significa avere progetti senza sostituire un’occupazione con un’altra – ha affermato: l’immobile di corso Regina sarà restituito vuoto alla Città e se le cose non andranno bene valuteremo come procedere.
Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha ringraziato il sindaco per aver ricordato anche i pareri dell’Asl che attesta un rischio di crollo per lo stabile di corso Regina come la mancanza di vie di fuga per allestire spettacoli; non siamo d’accordo con la delibera ha aggiunto e non capisco come sia possibile tutto questo.
Pierino Crema (Pd) ha affermato che la delibera è un tentativo e non è detto che vada in porto ma è il primo tentativo serio dopo ventisette anni per trovare una quadratura. Certo – ha aggiunto – non si possono risolvere situazioni soltanto con l’ausilio delle forze dell’ordine e un’apertura di fiducia è un atto importante.
Valentina Sganga (M5S) ha preso le difese di una delibera frutto di un regolamento approvato nel mandato amministrativo precedente. Il dissenso conflittuale va gestito e la co-progettazione è uno strumento per gestirla. Sganga ha segnalato che è giusto incoraggiare l’amministrazione nonostante non abbia molta fiducia: ma l’unica alternativa poteva essere lo sgombero di un’attività socialmente rilevante. Ha concluso auspicando un contesto che salvaguardi legalità e dissenso.
Enzo Liardo (FdI) si è detto non convinto dal sindaco, Si era a un passo dallo sgombero, ha affermato, poi il sindaco ha calcolato freddamente gli equilibri nella maggioranza che uno sgombero – che il sindaco avrebbe dovuto sostenere – avrebbe messo in discussione. Liardo ha poi esortato il sindaco a un maggior rispetto per le forze dell’ordine, ricordandogli come Askatasuna ha sempre fatto business fiscalmente non in regola
Luca Pidello (PD) il regolamento sui Beni comuni si presta per questo caso, con presenza del Comune e di una comunità di cittadini. La politica deve superare situazioni problematiche, la Prefettura ha altri compiti. Un’applicazione innovativa del Regolamento preserva anche le Forze dell’ordine, superando una situazione di illegalità senza bisogno della forza. Questa soluzione scontenta i sostenitori del “law and order” perché da risposte concrete, con l’apertura della struttura al quartiere.
Concludendo il dibattito, il sindaco Stefano Lo Russo ha detto che è evidente come l’insicurezza del luogo sia stata certificata nel dicembre 2023 su iniziativa della Procura. La Pubblica Sicurezza non è pertinenza del sindaco, ma è in capo a prefetto e questore. I quali possono procedere anche senza richiesta del sindaco. La politica deve dialogare, se no non servirebbe. Il sindaco ha invitato alla cautela sul tema della sicurezza, magari domani le parti politiche saranno invertite e il sindaco si affiderà sempre alla valutazione degli organi preposti alla sicurezza pubblica. L’ottica, ha proseguito Lo Russo è quella dell’interesse pubblico prevalente, che non sempre corrisponde a situazioni muscolari: si tratta di tutelare anche le forze dell’ordine, che non corrispondono ai loro rappresentanti sindacali, alcuni dei quali sono – legittimamente – orientati politicamente e hanno rifiutato l’incontro proposto. Il sindaco non è certo vicino ad Askatasuna, ha sottolineato, ma uno spazio di libera discussione, con idee anche diverse, è necessario per tutti. Ovviamente, in condizioni di legalità. Se riusciamo a riportare nel novero della legalità, in un luogo reso sicuro, il confronto delle idee, la politica avrà svolto il suo servizio per la città ha concluso il sindaco, auspicando il successo del percorso di co-progettazione iniziato e ricordando i principi dello stato di diritto sulle responsabilità penali, che vanno distinte da quelle politiche, sostenendo inoltre che nella città deve esserci spazio per il dissenso nella legalità, un principio liberale scritto nella Costituzione