Possono riprodursi con due o tre cucciolate all’anno. Ciascuna di queste, può essere composta da sette soggetti. Sono le nutrie, animali erbivori della famiglia dei castori (in passato il loro pelo veniva utilizzato per produrre pellicce) che l’Unione europea ha considerato specie invasiva per i danni che può creare al territorio.
Un progetto per la riduzione della popolazione di questi animali che vede coinvolte Città Metropolitana, Città di Torino e Università è stato illustrato questa mattina dal professor Giuseppe Quaranta, già docente di veterinaria, specializzato in animali non convenzionali presso il CANC (Centro animali non convenzionali) ai consiglieri delle commissioni Smart City e Ambiente.
Si stima che siano circa 250 le nutrie presenti lungo i circa 100 km di corsi d’acqua che attraversano Torino. Occorre individuarle e, in particolare, individuare gli scivoli utilizzati dagli animali per raggiungere i fiumi. L’osservazione sarà condotta via acqua, via terra ma, soprattutto via aria, grazie all’utilizzo di un drone, sperimentato per la prima volta in Italia su un progetto come questo.
A livello europeo, sono calcolati in 14 milioni annui i danni provocati a terreni, colture ed altri animali da parte delle nutrie che possono raggiungere un peso che va dai 3/5 chili della femmina fino agli 11 del maschio.
L’obiettivo, ha spiegato Quaranta non è quello di abbatterle ma di sterilizzarle con una tecnica che mantenga gli ormoni utili a garantirne il carattere aggressivo grazie al quale viene difeso il territorio dall’arrivo di nuovi animali.
Dopo l’individuazione degli scivoli, saranno posizionate gabbie per la cattura. La successiva operazione di sterilizzazione durerà circa 10 minuti. In questo modo, in 4 anni la popolazione dovrebbe ridursi del 40%.
Il progetto avrà un costo di 51 mila euro.
Federico D’Agostino