Verde urbano e crisi climatica

Il tema è caldo, caldissimo. In tutti i sensi. Il convegno organizzato dall’Associazione Consiglieri emeriti nella sede del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università su “Foreste urbane e crisi climatica – Acquisizioni conoscitive, buone pratiche, comportamenti collettivi”, ha raccolto, ieri, attorno al tavolo dei relatori il gotha dell’esperienza torinese in materia e una ricca platea di tecnici, appassionati e curiosi, tra cui anche il presidente della commissione Ambiente Claudio Cerrato. L’articolazione degli interventi ha concentrato al mattino quelli su forestazione urbana e mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici, nel pomeriggio quelli inerenti i boschi della collina torinese. Dopo il saluto iniziale di Marziano Marzano, che ha introdotto i lavori ricordando brevemente le attività dell’Associazione e i motivi che hanno portato all’organizzazione del convegno, e l’introduzione di un altro consigliere emerito, Nemesio Ala, la mattinata è trascorsa, come da programma, con i relatori che hanno affrontato il tema delle possibili strategie da mettere in campo per ridurre gli effetti della crisi che si riverberano sulla nostra città.

L’assessore Francesco Tresso, in particolare, ha fornito un quadro d’insieme della situazione del #verde torinese e il dettaglio delle strategie d’intervento messe in campo dalla Città. Ha prima spiegato le specifiche del Piano di resilienza climatica, strumento di indirizzo delle strategie locali di adattamento e riduzione della vulnerabilità del #territorio e delle persone, adottato nel 2020 per garantire salute, benessere e vivibilità della città. Il Piano promuove le NBS (Nature Based Solutions), interventi per la gestione e l’uso sostenibile della #natura nell’affrontare sfide socio-ambientali e sulla riqualificazione del tessuto urbano con l’utilizzo di materiali innovativi ed è pensato per valorizzare e incrementare il patrimonio di alberature, boschi urbani e #verde della #città, vuole sensibilizzare e coinvolgere i cittadini nelle attività di cura del verde. Nel 2021 è stato invece redatto il Piano strategico Infrastruttura verde con l’obiettivo di indirizzare gli investimenti e definire le priorità gestionali e le strategie per implementare il sistema di verde pubblico gestito dalla Città. In sostanza, per Tresso, obiettivi, azioni e possibilità pratiche e metodologiche per intervenire con efficacia per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla nostra città.
E’ entrato più nel dettaglio Gian Michele Cirulli, agronomo, responsabile Unità operativa alberate della Divisione Verde & Parchi della Città di Torino, che ha insistito sull’importanza di piantare alberi in città, pratica particolarmente efficace per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, mentre il direttore dell’ARPA Piemonte, Secondo Barbero, ha evocato i futuri scenari di evoluzione climatica su scala locale, analizzando i possibili impatti sulle aree urbane. Per contrastare questi effetti, diventano determinanti il ruolo del verde nella mitigazione della formazione delle isole di calore urbano e le capacità di assorbimento di inquinanti atmosferici e gas climalteranti da parte delle piante.

Un approccio largamente condiviso Claudia Bertolotto, agronoma dirigente Divisione Verde & Parchi della Città di Torino convinta della necessità di intervenire per salvaguardare il patrimonio arboreo della città dai sempre più frequenti eventi metereologici dagli esiti imprevedibili, attraverso la progettazione di aree verdi a prova di clima e mitigare gli effetti di questi eventi atmosferici. La mattinana si è conclusa con gli interventi di Simone Borelli, FAO officer urban forestry; Margherita Quaglia dell’Ordine dei Dottori agronomi e forestali; Giorgio Pelassa, Settore Sviluppo sostenibile, Biodiversità e Aree naturali della Regione Piemonte; Antonio Brunori ed Eleonora Mariano di PEFC Italia; Gabriele Bovo e Laura Russo della direzione Sistemi naturali della Città Metropolitana di Torino.
Nella sessione pomeridiana, ulteriori approfondimenti sulle diverse possibilità di intervento per migliorare la qualità dei boschi della collina torinese: 1400 ettari di bosco, 200 di proprietà comunale, che occupano il 10% della superficie totale del territorio della città. Sull’argomento sono interventi: Giorgio Vacchiano, docente di Gestione e pianificazione forestale Università di Milano; Ilaria Dalla Vecchia di FSC® Italia; Fabio Salbitano, docente di Selvicoltura e Sistemi arborei urbani dell’Università di Sassari; Marco Allocco di Seacoop; Andrea Ebone dell’Area Foreste e biodiversità dell’IPLA; Paolo Viganò CEO di Rete clima; Emilio Soave vicepresidente di Pro Natura Torino.
Marcello Longhin