Comdata Group è un gruppo industriale multinazionale nato a Torino nel 1987 che opera nel settore dei servizi alle imprese nelle aree dell’assistenza clienti, della gestione dei processi di back office e di gestione del credito.
Presente in 16 Paesi, con un portafoglio di oltre 550 clienti e circa 42.000 dipendenti dislocati in 78 centri operativi, il gruppo dispone in Piemonte di sedi a Ivrea, Torino e Asti.
Un ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale il 22 gennaio raccoglie le preoccupazioni espresse da alcune rappresentanze sindacali e impegna la Sindaca e la Giunta “a farsi parte attiva per scongiurare la progressiva sostituzione dell’attuale forza lavoro non impattata dalla deregolamentazione introdotta dal job’s act, con una nuova generazione di lavoratori ad alta flessibilità e senza alcuna tutela dei diritti”.
L’atto impegna anche a intervenire presso la Giunta regionale piemontese per la convocazione di un tavolo di confronto con i vertici aziendali di Comdata, per ottenere maggiori tutele e garanzie per i lavoratori, verificando anche l’uso dei finanziamenti pubblici ricevuti dall’azienda e la tipologia di formazione effettuata con fondi pubblici.
Comdata, che impiega in Italia 10.369 lavoratori, di cui il 70% a tempo indeterminato, il 15% con contratto di somministrazione, ed il 15% con contratti a progetto, impiega a Torino tra i 400 e i 500 dipendenti, che lavorano come outsourcer, e ad Ivrea circa 1.500 dipendenti, di cui 480 con contratto di somministrazione.
Le criticità segnalate all’Amministrazione comunale riguardano il crescente utilizzo di “lavoratori somministrati”, con impatti negativi sugli orari di lavoro del restante personale, la formazione “a gettone” fuori dall’orario lavorativo con remunerazioni che non sarebbero regolari, il ricorso unilaterale da parte dell’azienda, e fuori dal contratto, allo smaltimento di ferie e permessi in caso di mancanza di lavoro, i licenziamenti incentivati, e l’introduzione di software sui computer aziendali atti a misurare la lunghezza delle pause lavorative.
Silvio Lavalle