L’associazione FamiliarMente si presenta alla commissione Servizi sociali

Il logo dell'associazione

La IV commissione Servizi sociali, presieduta da Vincenzo Camarda, ha oggi incontrato la presidente dell’associazione no profit FamiliarMente, Stefania Rivoira. Ai consiglieri e consigliere intervenuti sono state illustrate le attività dell’associazione, impegnata sin dalla sua fondazione (formalizzata nel 2004 dopo cinque anni di attività di volontariato) nel delicato ambito del benessere psicofisico dei bambini in ambiti familiari problematici. L’associazione, che opera con il sostegno di donatori privati e in rapporto con servizi sociali e aziende sanitarie, oltre che con altre istituzioni come il Tribunale dei minori, ha già allestito  in provincia una casa famiglia per minori temporaneamente allontanati dalle famiglie di origine.

Il nuovo progetto presentato oggi in Commissione prevede l’apertura di  “Casa Hygge” un luogo – che vorrebbero ubicato nel territorio torinese – dove intere famiglie o singoli componenti possano essere accolti e sostenuti in un percorso di ricostruzione di un equilibrio relazionale compromesso, nell’ottica di evitare, nella misura del possibile, l’allontanamento del minore dalla famiglia di origine. Oppure, laddove l’allontanamento del minore risulti necessario, con l’obiettivo di consentirne poi il rientro nell’ambito familiare al termine di un percorso che permetta al minore stesso di sviluppare strategie difensive nei confronti delle criticità della famiglia e a quest’ultima un incremento delle competenze genitoriali e laddove necessario un consolidamento di situazioni economiche precarie, che spesso si accompagnano alle situazioni caratterizzate da povertà culturale ed educativa.

Al termine della riunione, caratterizzata da numerose domande e richieste di chiarimento da parte degli intervenuti (oltre al vicepresidente Abbruzzese, i consiglieri e consigliere Diena, Crema, Cerrato, Greco e Apollonio, il presidente Camarda ha proposto all’associazione di intensificare i rapporti con i Servizi sociali della Città di Torino e di relazionarsi con gli assessorati al Patrimonio e all’Assistenza rispetto all’eventuale disponibilità di immobili adatti.

Claudio Raffaelli