La Costituzione italiana, secondo la proposta di riforma presentata dall’attuale Governo e che costituisce il quesito del prossimo Referendum previsto per fine anno, verrebbe modificata di ben 47 articoli.
Verrebbero cambiati i suoi principi fondamentali, redatti dai Padri Costituenti nel 1947 e si stravolgerebbe soprattutto uno dei principi cardine sanciti dalla stessa: l’impegno della Repubblica a favorire il più ampio decentramento amministrativo.
Se vincesse il SI’, si andrebbe incontro a grossi squilibri e ad un’alterazione dell’assetto costituzionale, riducendo l’importanza del Parlamento e rendendo il Senato “un ibrido”.
Il Movimento 5 Stelle ha presentato un Ordine del Giorno, in cui chiede al Presidente del Consiglio Comunale di farsi promotore verso le più alte cariche dello Stato e dell’Anci Nazionale, della forte preoccupazione che i cittadini ed esponenti della società civile intravedono in questo Referendum e spiegano le motivazioni del NO.
La Riforma voluta dal Governo Renzi mira a limitare l’esercizio della democrazia e mette in pericolo la sovranità popolare.
Ma quali sono i principali punti della riforma, che stravolgeranno in modo negativo le regole costituzionali di voto e di rappresentanza dei cittadini?
La nuova legge elettorale e la riforma costituzionale sono connesse.
Al primo turno se una lista supera il 40%, ottiene il premio di maggioranza, ma chi vince al ballottaggio, anche di un solo voto, governerebbe grazie ad un vero premio di “minoranza.”
Per la richiesta di leggi di iniziativa popolare, le firme passano da 50 mila a 150 mila, la democrazia partecipativa sarà ulteriormente compressa.
Si rischia un abbassamento della qualità nei massimi livelli di rappresentanza nazionale e si sconvolgerà l’autonomia legislativa delle Regioni con la cosiddetta “clausola di supremazia statale”. L’abolizione delle materie concorrenti aumenterà i ricorsi tra Stato e Regioni con un procedimento legislativo complesso. E non per ultimo, sarà rafforzato il potere dell’Esecutivo a scapito dell’Assemblea Legislativa, visto che è prevista l’approvazione a data certa dei disegni di legge governativi, mentre questa «corsia preferenziale» non è contemplata per le leggi di iniziativa parlamentare. Così il governo monopolizza l’attività legislativa del Parlamento.
Le ragioni del No al Referendum con un ordine del giorno
Il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle