Luoghi e documenti: una memoria che sopravvive alle persone e va tutelata

La chiusura dei manicomi, in troppi casi luogo di confinamento e contenzione più che di cura, e il ruolo in questo lungo processo della psichiatria e delle cooperative sociali, oltre che delle istituzioni locali. La lunga lotta civile, scientifica e anche politica sfociata nella legge Basaglia, il lungo percorso per riaffermare la possibilità e l’obbligo morale di inserire nella società, a partire dai luoghi di lavoro, di quelle che sono persone afflitte da disturbi mentali, non dei casi. La memoria delle mille e mille vicende individuali, spesso drammatiche, custodite in archivi con centinaia di migliaia di cartelle cliniche e documenti amministrativi da riordinare. Il ruolo che oggi posso avere l’Università, gli Enti locali, associazioni e cooperative, Fondazioni bancarie per dare vita a una grande operazione scientifica, culturale e – in fondo – di giustizia, nel restituire all’onore del mondo quelle pagine che racchiudono una parte di storia delle nostre comunità., una storia soprattutto al femminile.

Tutti temi, questi, sviluppati nel corso di un convegno svoltosi nell’Aula Magna della sede di Collegno dell’Università torinese, insediata proprio in una parte di quel gigantesco complesso edilizio che per molti decenni e sino alla fine degli anni Settanta del secolo scorso fu uno dei principali ospedali psichiatrici della Penisola.

Il convegno svoltosi presso i locali dell’Università a Collegno, nell’ex Ospedale Psichiatrico

La presidente del Consiglio comunale di Torino, intervenuta nel dibattito finale, ha portato l’esempio dell’ex Istituto femminile Buon Pastore, con la necessità di mantenere il valore della sua memoria di luogo sì di cura ma anche di quella che veniva definita “correzione”,  con la volontà di rendere le ragazze “più omogenee” al contesto sociale. I luoghi non sono mai “neutri” nella loro storia: e gli Enti pubblici, le Università e anche i privati devono concorrere ad evitare che scomparse le persone, scompaiano anche le memorie rappresentate dai luoghi. Sull’ex Buon Pastore,  Università e Presidenza del Consiglio comunale (che peraltro coordina anche la commissione Toponomastica) convergono per cercare di creare una sinergia che mantenga il legame tra passato e futuro,  con l’idea di coinvolgere le Fondazioni: e anche i nuovi proprietari del complesso appaiono interessati a questa prospettiva culturale.

C.R.