L’affido culturale contro la povertà educativa

La povertà non è solo economica: può anche essere educativa.

Per ridurla e offrire opportunità a bambine e bambini, è possibile ricorrere all’affido culturale, come chiede una proposta una mozione (prima firmataria: Amalia Santiangeli – PD) presentata il 27 aprile 2022 in una seduta delle Commissioni Quinta e Prima, presieduta da Lorenza Patriarca (PD).

È un modo per proporre occasioni culturali per la crescita formativa a bambine e bambini che abitualmente non riescono a vistare mostre, andare al cinema o a teatro, accompagnati da una persona single, una coppia o un genitore che si mettono a disposizione del progetto.

La mozione suggerisce di coinvolgere anche assessorati, Circoscrizioni, scuole e associazioni, nell’ambito delle iniziative per ottenere la certificazione di “Comune amico delle famiglie”.

Estendere l’agio è il modo migliore per affrontare le difficoltà, valorizzare le persone e permettere la conoscenza di nuovi linguaggi culturali – ha affermato nel dibattito Luca Pidello (PD).

La proposta di mozione è stata accolta favorevolmente anche da Ivana Garione (Moderati), che ha chiesto di approfondire i percorsi culturali e le modalità di scelta delle offerte.

Contrario invece Enzo Liardo (Fratelli d’Italia): “È una forma di violenza – ha dichiarato – e le famiglie, anche se problematiche, devono crescere insieme. C’è inoltre un rischio di controllo culturale”.

Non tutte le famiglie hanno accesso ad opportunità culturali e le Istituzioni devono cercare di ridurre le disuguaglianze – ha affermato invece Sara Diena (Sinistra Ecologista).

Per Tiziana Ciampolini (Torino Domani) è necessario articolare meglio la proposta all’interno del welfare culturale torinese e valutare se mantenere la denominazione di “affido”.

Anche Pierino Crema (PD) ed Elena Apollonio (Lista Civica per Torino), pur condividendo lo spirito della mozione, hanno sottolineato che il termine “affido” potrebbe creare equivoci e che occorre definire meglio la progettualità.

Il progetto può avere una forte rilevanza sociale, secondo Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima). A maggior ragione se vengono coinvolti tutti gli enti e le scuole del territorio – ha aggiunto la presidente Lorenza Patriarca (PD) – sempre però nell’ambito di una cornice istituzionale.

Infine, la vicesindaca Michela Favaro ha ringraziato la consigliera Amalia Santiangeli per la proposta: “È una sfida per l’Amministrazione lavorare non solo sulla povertà materiale, ma anche su quella educativa, a partire da interventi offerti dalle scuole”.

La mozione è stata liberata per l’aula e passerà al vaglio del Consiglio Comunale in una delle prossime sedute.

Massimiliano Quirico