Il cippo che ricorda le sorelle Libera e Vera Arduino, seviziate e assassinate, in corso Lecce. La targa commemorativa di Ilio Baroni, caduto in combattimento, in corso Giulio Cesare. La lapide in memoria di Damiano Chiesa, gettatosi dalla finestra per non dover sopportare altre torture, in Piazza Palazzo di Città. In molti altri luoghi della città, dal centro storico ai vecchi quartieri operai, fino alle sponde del Sangone allora in aperta campagna, il ricordo dei caduti nella lotta contro il nazifascismo costella una città come la nostra. Medaglia d’oro della Resistenza.
Unica tirannia incontrastabile, quella del tempo non ha risparmiato quelle pietre, che ne riportano i segni profondi. Approssimandosi l’anniversario della Liberazione, In vista delle celebrazioni per la festa della Liberazione (nella foto, una delle numerose iniziative per il 70° anniversario) il Consiglio comunale ha approvato una mozione proposta da Lorenza Patriarca (PD) con la collega di partito Elide Tisi, Silvio Magliano (Moderati) e Claudio Lubatti (Azione) che impegna l’esecutivo di Palazzo Civico a svolgere un’attività di monitoraggio, raccolta fondi e interventi di restauro delle lapidi dedicate ai Martiri della libertà collocate sui muri cittadini.
Un’azione da realizzarsi con la collaborazione del Museo Diffuso della Resistenza, della Sovrintendenza, delle scuole e delle Istituzioni che vantano esperienze significative in progetti analoghi, facendo l’esempio progetto “Missione Agenti Pulenti” del Rotary Club.
Alcune delle lapidi che commemorano i Caduti per la libertà collocate sui muri della nostra città – si legge nel provvedimento, approvato con voto unanime dei presenti – appaiono alquanto rovinate e annerite. Preservare la memoria e il ricordo dei nostri Caduti per la libertà è fondamentale, prosegue il testo della mozione, per promuovere la maturazione della coscienza democratica nelle future generazioni e rappresenta pertanto un obiettivo centrale per l’educazione alla cittadinanza nelle scuole.
Claudio Raffaelli