Torino si prepara all’inverno, o meglio si attrezza per affrontare l’inquinamento che la stagione fredda, scarsa di precipitazioni e di circolazioni d’aria, insieme alla particolare collocazione geografica si porta dietro.
Ai provvedimenti già esistenti, la Regione ne ha introdotti di nuovi, strutturali ed emergenziali che, in realtà, non riguardano solo Torino ma tutti gli agglomerati urbani, la collina e la pianura.
Provvedimenti che coinvolgono, in modo particolare, l’Arpa Piemonte, nell’attività di monitoraggio di qualità dell’aria e di controllo degli impianti di riscaldamento.
Le novità sono state illustrate proprio dal direttore Dipartimento Rischi Naturali e Ambientali di Arpa, Secondo Barbero, nel corso della riunione della commissione Ambiente, presieduta da Federico Mensio e richiesta dal consigliere Aldo Curatella.
I provvedimenti riguardano tre comparti: riscaldamento, trasporti e agricoltura. Si amplia la zona di estensione di blocco dei motori di vecchia generazione e i blocchi entreranno in vigore con un mese di anticipo (settembre anziché ottobre).
In agricoltura sarà vietato la combustione di residui vegetali, sarà fatto divieto spandere liquami reflui zootecnici in situazioni particolari di inquinamento e, nello stesso periodo, saranno vietati fertilizzanti azotati, previsto il finanziamento della copertura delle vasche dei reflui zootecnici (frazione liquida) oltre all’introduzione di nuove misure per la gestione di questo tipo di materiale.
Particolare attenzione è rivolta ai riscaldamenti: prevista la riduzione di un grado della temperatura al livello 1 di inquinamento e la sostituzione di impianti a biomassa obsoleti.
La vera novità, però, a differenza di quanto avvenuto fino ad oggi, è l’adozione preventiva de provvedimenti di limitazioni per prevenire le concentrazioni di PM10, con controlli effettuati su tre giorni settimanali e non più su due.
Nel 2019, sono stati controllati 144 impianti di riscaldamento di grandi dimensioni per un totale di 5500 unità abitative. Nel 2020 i controlli sono saliti a 233 pari ad 11 mila unità abitative. Nella maggior parte dei casi, l’80% delle sanzioni sono state comminate per sforamento dei limiti di concentrazione di ossido di azoto.
I controlli saranno intensificati nell’anno in corso e riguarderanno anche la qualità del pellet in commercio la cui combustione presenta ricadute significative in termini di emissioni di polveri sottili, che possono più che triplicare passando dalla classe A1 alla classe A2, a parità di tipologia di stufa e di calore prodotto.
Federico D’Agostino