Invisibili o rimossi? Il confronto sui senza tetto prosegue

Il tema delle persone senza fissa dimora continua a suscitare dibattito tra le fila del Consiglio comunale. Ancora questa mattina, il confronto in commissione IV Servizi sociali, convocata dal presidente Fabio Versaci, si è protratto per quasi due ore. La discussione è partita dalla presentazione di un documento proposto dal consigliere Cataldo Curatella, che prendendo spunto dal carattere endemico della presenza di homeless a Torino
(forse destinata a crescere con l’approfondirsi della crisi) indica alcuni obiettivi, quali il recupero di nuove strutture per la prima accoglienza, l’individuazione di soluzioni abitative per le persone in isolamento fiduciario e l’elaborazione di un progetto complessivo per la formazione e l’inserimento lavorativo, in collaborazione con aziende del territorio. Prendendo le mosse da questi e altri spunti, oltre che da una minuziosa relazione degli uffici dei Servizi sociali, il dibattito si è sviluppato attraverso gli interventi di numerosi consiglieri e consigliere (Tisi, Parlacino, Artesio, Ferrero, Paoli, oltre che di Curatella e del presidente Versaci). Uno dei punti maggiorments ribaditi nel corso della discussione è stato il superamento di una logica puramente emergenziale basata sulla prima accoglienza nei dormitori, intensificando le azioni sociali di prevenzione (l’esperienza del vivere in strada e le difficoltà nell’uscirne segnano pesantemente le persone) e la politica di housing, utilizzando soluzioni abitative individuali, insieme all’ottimizzazione delle già esistenti sinergie con il mondo associativo e le autorità civili e religiose, dalla Regione Piemonte alla Diocesi, anche per i percorsi formativi e di inserimento. Terreni sui quali, hanno spiegato gli uffici, la Città – già tradizionalmente attiva in campo assistenziale – si sta muovendo, attraverso un apposito Piano di Inclusione stilato circa tre anni fa. Persone a volte definite "invisibili", ma in realtà più tali sono persone "rimosse"Tra le esperienze citate, l’apertura sulle 24 ore dei ricoveri notturni, i 50 progetti di housing avviati, l’ambulatorio e il punto di accesso ai servizi di via Sacchi  così come il punto di accoglienza di via Traves, con operatori sociali qualificati e personale sanitario. La Città di Torino, inoltre, è parte attiva nella redazione del “Piano Povertà” nazionale a livello governativo, in elaborazione a livello governativo. Una narrazione sulla quale alcuni interventi hanno espresso un giudizio sì positivo, ma non privo di elementi di dubbio a fronte di alcune recenti azioni di sgombero coatto di persone senza fissa dimora nel centro cittadino.

Claudio Raffaelli