Il dibattitto sulle conseguenze provocate dalla #didattica a distanza su adolescenti e ragazzi e sull’opportunità di proseguire con questa metodologia, non accenna a diminuire d’intensità. Per analizzare le eventuali ricadute sociali e psicologiche di questo aspetto, non secondario, causato dall’emergenza sanitaria in corso, la presidente Daniela Albano ha invitato Marta Fiasco del Comitato italiano per l’UNICEF e Erica Bertero di Save the Children Italia, questa mattina in Commissione speciale Contrasto fenomeni di intolleranza e razzismo, con la richiesta di fornire dati e illustrare le iniziative messe in campo per arginare gli effetti della #pandemia. Dalle due relazioni emerge un quadro omogeneo dove le difficoltà economiche sono un’aggravante quando si evidenzia la necessità di accedere a prodotti digitali e connessioni #internet per le #famiglie più povere, con il conseguente rischio di accentuare il fenomeno della dispersione scolastica, come confermano i dati forniti da Marta Fiasco che, citando un rapporto internazionale presentato a novembre alle Nazioni Unite, evidenzia nell’anno in corso una crescita del 15% di adolescenti in povertà totale nel mondo.
Il diritto all’istruzione, attraverso il proposito di colmare il divario digitale, è una delle attenzioni messe in campo dall’Unicef che, a Torino, si è concretizzato in un accordo con l’Università nel progetto “Volontari per l’educazione”. Coinvolti gli studenti disposti ad affiancare ragazzi in difficoltà nella gestione della didattica a distanza, più fragili e più a rischio dispersione. Una sorta di tutoraggio per accompagnare i ragazzi quando la #famiglia non riesce ad essere di supporto. Allestito anche uno specifico progetto, operativo nel quartiere Aurora, che ha permesso l’apertura di un doposcuola per venti bambini di famiglie di origine straniera: “insieme alle famiglie con figli disabili, sono quelle che hanno maggiormente patito la didattica a distanza sperimentata durante il primo #lockdown”. Ma bambini, ragazzi e adolescenti hanno dovuto affrontare anche l’impatto psicolgico dell’isolamento, un rischio per la salute mentale dei nostri giovani che può provocare difficoltà di concentrazione e nell’apprendimento. Anche in questo caso le analisi di Bertero e Fiasco coincidono: la didattica in presenza è fondamentale per la crescita a tutte le età e serve una vita sociale, il confronto con compagni della stessa età e con i professori, che la connessione non può sostituire. Unicef ha presentato proposte, all’Osservatorio dell’infanzia e dell’adolescenza presso il Ministero delle politiche per la famiglia, riguardanti il potenziamento dei patti di comunità con le #istituzioni locali, per l’apertura fuori orario degli edifici scolastici e per l’erogazione di servizi in collaborazione con le istituzioni del territorio. Save the children ha messo in campo progetti di supporto psicologico per insegnanti e ragazzi.
Analisi conclusiva per Daniela Albano che, nel chiudere i lavori della #commissione, ha sottolineato la necessità che la politica acquisisca consapevolezza su quelle che sono le criticità e le difficoltà correlate ad un utilizzo prolungato ed esclusivo della didattica digitale: “il dibattito non si limiti ad un mero calcolo relativo al rischio sanitario, i nostri giovani meritano ascolto ed attenzione ed è nostro compito averne cura cercando di riconoscerne i bisogni e le necessità, bisogni che spesso sono molto lontani da quelli delle persone adulte”.
Marcello Longhin