Terzo settore, fra emergenza sanitaria e nuove prospettive

Vittima dell’emergenza sanitaria ma al tempo stesso uno dei pilastri della sua gestione e della futura ripresa: questa, in sintesi, è la fotografia del Terzo settore emersa nel corso della riunione odierna della IV commissione Servizi sociali presieduta da Fabio Versaci. All’incontro, svoltosi come ormai d’abitudine in videoconferenza, hanno preso parte numerosi esponenti di associazioni di volontariato e cooperative, che per quasi tre ore si sono confrontati con il Consiglio comunale. Unanime l’apprezzamento per le attività svolte da questa galassia i cui interventi spaziano dall’assistenza ad anziani e minori alla refezione scolastica, passando per le attività sociali, ricreative e di integrazione, ivi compreso lo sport di base. E tutto questo grazie all’apporto di tanti volontari ma anche di moltissimi lavoratrici e lavoratori, in parte riconducibili a strati sociali caratterizzati da una certa fragilità economica. L’epidemia del Covid-19 e le restrizioni imposte dalle misure di contenimento hanno inflitto duri colpi a realtà che hanno visto in parte chiudere temporaneamente le attività da loro gestite e in parte hanno dovuto riorganizzare velocemente le loro modalità operative, per continuare a garantire i numerosi servizi di primaria importanza loro affidati. Le due cose, come è stato illustrato in sintesi, hanno provocato la riduzione degli introiti ma, parallelamente, anche un aumento dei costi sostenuti, in alcuni casi fino al 30%. La situazione di emergenza sanitaria è lontana dal potersi dire conclusa, ma a preoccupare almeno altrettanto sono le sue ricadute sul terreno economico e sociale, la cui portata è per ora incalcolabile. E in più di un intervento è stata sostenuta con forza la necessità di un forte sostegno reciproco tra le istituzioni pubbliche (come Città di Torino e ASL) e il Terzo settore, tutti destinati a doversi adattare a situazioni nuove con profondi cambiamenti nelle modalità operative. Sostegno reciproco che, è stato segnalato dai rappresentanti dell’associazionismo e delle cooperazione, comporta anche pagamenti rapidi, da parte delle istituzioni, delle fatture per i servizi già prestati: un terreno sul quale l’Amministrazione comunale (hanno preso parte alla riunione le assessore Schellino e Di Martino) ha ribadito il proprio concreto impegno, così come per la rimodulazione dei servizi ancora in essere. Per alcuni settori di lavoratori, è stato spiegato, si è dovuto anche ricorrere a misure di Cassa integrazione (come nel caso dei servizi legati al sistema educativo e sospesi per l’epidemia).
Ma non si tratta soltanto di gestire l’attuale fase di emergenza sanitaria e sociale, che in fondo ha anche fatto emergere con prepotenza delle criticità preesistenti. Un grande sforzo comune è fin d’ora richiesto al di là della situazione contingente, per progettare – in una logica non emergenziale – nuove modalità e strutture, ad esempio per la residenzialità degli anziani, e anche per pensare, laddove necessario, a politiche di redistribuzione delle risorse. Serve confronto per sviluppare progettualità adeguate alle sfide future. Un dibattito complesso e appassionato, in una riunione virtuale che ha coinvolto una sessantina di persone contando alla fine più di interventi, tra i quali quelli dei consiglieri Tisi, Ferrero, Giovara, Grippo, Lavolta, Artesio, Scanderebech e Montalbano. Il confronto proseguirà a tutto campo, nei tavoli istituzionali con Comune, Regione, ASL e Terzo settore, così come a Palazzo Civico.

Claudio Raffaelli