Come definire l’associazione Manal Onlus? Partendo da uno dei migliori risultati che ha ottenuto: seicento donne di 24 paesi che hanno potuto affrontare con successo l’esame di terza media. Donne provenienti da Africa – molte le maghrebine – Europa centro-orientale, America Latina e Asia che hanno avuto modo in primo luogo imparare la lingua italiana, ma anche donne italiane che hanno avuto l’opportunità di riprendere il filo di studi interrotti per vari motivi tanto tempo fa. Donne che, nel seguire i corsi, hanno potuto portare con loro i figli e figlie piccini, cosa che sarebbe stata impossibile nel CPIA, il Centro provinciale per adulti, che pure è così vicino ai locali dove opera l’associazione, messi a disposizione dalla Circoscrizioni 5 in piazza Montale, nel cuore del quartiere Vallette. Tuttavia, è proprio in collaborazione con il CPIA che le donne aventi seguito i corsi organizzati da Manal (che ha tra le sue volontarie anche insegnanti e bibliotecarie) posso accedere all’esame di terza media.
Perché la dignità deve essere costruita attraverso l’alfabetizzazione e la cultura. Per realizzare questo scopo Manal Onlus, incontrata oggi dalla commissione Diritti e Pari opportunità del Consiglio comunale, opera formalmente dal 2009 (ma di fatto già dal 2003) per promuovere concretamente l’integrazione delle donne immigrate in un quartiere sotto certi aspetti problematico come le Vallette. Un lavoro testimoniato in Commissione da Malika, una giovane nordafricana: giunta in Italia da analfabeta, ora non lo è più, legge e scrive in italiano ed è decisa nel volere che sua figlia effettui studi regolari, per avere un futuro migliore qui in Italia.
La presidente di Manal, Valeria Poma, racconta con orgoglio come le iniziali diffidenze tra “vecchi” e “nuovi” immigrati siano divenute reciproca disponibilità, condivisione di spazi e di attività, dai corsi di studio ai laboratori di cucito e découpage. Mamme, bambini, pensionate e pensionati che dopo un avvio a volte non facile sono diventati un insieme armonico, che socializza, chiacchiera e festeggia, ruotando intorno a questa “strana” scuola delle mamme. Anche se, ha sottolineato la presidente Poma, rischiano di maturare incomprensioni se non addirittura tensione tra una parte degli abitanti del quartiere, legate alla riorganizzazione degli spazi scolastici, con il riposizionamento del CPIA e il conseguente spostamento di alcune sezioni.
Manal Onlus, però, non è soltanto corsi e studio. Per molte donne che vivono tra la propria casa e i negozi della zona, spesso frequentando solo i propri familiari – in ambiti contrassegnati talvolta da una forte impostazione patriarcale – o comunque connazionali, Manal è una visita in comitiva al Museo Egizio, un giro per le vie del centro che forse da sole non farebbero mai, la possibilità di confrontarsi con una città più complessa ma anche più interessante rispetto ad un singolo quartiere. Per questo, l’associazione ha chiesto alla commissione Diritti e Pari opportunità di farsi interprete di due loro richieste: la possibilità di usufruire di facilitazione per le visite di gruppo nei musei cittadini e una donazione di libri, necessari come il pane per le attività di alfabetizzazione e di studio della lingua italiana.
Claudio Raffaelli
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