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"Camicie Rosse"

Dallo scoglio di Quarto all'incontro di Teano, l'epopea garibaldina viene rivissuta attraverso i suoi più giovani protagonisti, alcuni studenti in prevalenza di orientamento mazziniano e provenienti dal Nord dell'Italia, i quali nel maggio del 1860 al grido di "Italia e Vittorio Emanuele" lasciarono i loro banchi di scuola per lanciarsi in un'avventura rischiosa e dall'esito improbabile: la liberazione del Regno delle Due Sicilie dall'oppressivo regime borbonico. Mai presente materialmente sulla scena, Garibaldi con il suo carisma agisce prepotentemente da elemento propulsivo, una sorta di deus ex machina, ad animare i giovani volontari, a galvanizzarne le energie morali e fisiche. L'entusiasmo coinvolge la popolazione civile, dai "picciotti" siciliani delle campagne ai borghesi e ai popolani delle città, uomini e donne di diversa estrazione sociale: un entusiasmo che dai giornali del tempo si riverbera fin nei salotti dell'opinione pubblica italiana ed europea: a Torino, a Londra e a Parigi. Spettacolo corale, "Camicie rosse" pone a confronto le diverse anime ideologiche dell'impresa: speranze, utopie, pragmatismo dei singoli si intrecciano fra loro, a delineare i contorni di un affresco storico e sociale di quello che è stato un momento centrale della nostra storia di Italiani, con le sue illusioni di risorgimento politico e di palingenesi sociale.
 

Ultimo aggiornamento: 21/03/2011