OGGETTO |
Casa Scaccabarozzi detta "Fetta di polenta" |
AUTORE |
Architetto Alessandro Antonelli |
LOCALIZZAZIONE |
Torino, Circoscrizione
7,Via Giulia di Barolo 9 |
CRONOLOGIA |
I primi tre piani dell’edificio furono costruiti nel 1840, successivamente nel 1881 furono aggiunti altri tre piani. |
NOTIZIE STORICO-CRITICHE |
L’edificio progettato dall’architetto Alessandro Antonelli nel 1840 sorge sul territorio di proprietà dello stesso architetto e fu commissionato dalla società "Costruttori di Vanchiglia" di cui l’architetto faceva parte. La forma dell’area sulla quale è eretto il palazzo ha forma trapezioidale - triangolare, circa sedici metri del perimetro del palazzo sono stati costruiti su via Giulia di Barolo, cinque metri si trovano su corso S. Maurizio ed appena cinquantaquattro centimetri di parete sorgono dalla parte opposta del corso, l’altezza totale dell’edificio è di ventiquattro metri. L’ immobile si compone di nove piani di cui sette fuori terra, l’ultimo è cinto da un piccolo ballatoio continuo su tutte le facciate e due sotterranei collegati internamente da una scala a chiocciola. Per consolidare la struttura, Antonelli adotta un sistema di volte a botte e travi d’acciaio e per non rubare spazio all’interno dell’abitazione trasla i serramenti all’esterno su elementi aggettati e fa incastrare la canna fumaria nel lato del palazzo lungo cinquantaquattro centimetri. |
CURIOSITA’ |
Casa Scaccabarozzi venne costruita più per scommessa che per vera esigenza ; il nome originale deriva dal cognome della moglie dell’architetto, che abitò l’edificio con il marito per sfidare le malelingue che ne criticavano la stabilità. Il nome che tutti noi oggi conosciamo, "Fetta di polenta", è stato attribuito al palazzo dai torinesi per via del colore giallo e della forma somigliante ad una vera e propria fetta. Lo stabile oggi è una abitazione privata e per via delle scale strette è impossibile far passare i mobili, quindi anni addietro è stata collocata una carrucola all’ultimo piano per favorirne il trasporto. Grazie alle solide e profonde fondamenta il fabbricato ha resistito all’esplosione della Regia Polveriera avvenuta nell’aprile del 1852, al terremoto del 1887 che rase al suolo gran parte del quartiere e ha sopravvissuto anche ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Sull’entrata della costruzione c’è una lapide in memoria di Niccolò Tommaseo, noto compilatore del dizionario della lingua italiana, che abitò la casa. |
COMPILAZIONE |
EUT 7 - Lara Muraca - Gennaio 2010 |
BIBLIOGRAFIA |
www.wikipedia.org; "Il territorio della confluenza" A.Bocco, A.Dameri, S.Gron, G.Semi. Edizione: Circoscrizione 7, Arti Grafiche 2004 |
ANNOTAZIONI |