NOTIZIE
STORICO-CRITICHE
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La
chiesa del Santissimo Nome di Gesù viene progettata dall’ingegnere
Carlo Maurizio Vigna nel Dicembre del 1894, misura solo 288mq compreso
il coro ed il presbiterio. La facciata barocca è movimentata da
due colonne in muratura sulle quali poggiano le statue di San Processo
e San Martiniano. Il portone è decorato: nella parte superiore,
con un bassorilievo che raffigura la presentazione di Gesù nel
tempio, sui lati con rami di palma, simbolo del martirio dei soldati romani
e con l’orifiamma emblema della confraternita del S.S. Nome di Gesù.
Entrando sulla sinistra si trova la nicchia con la statua di S. Espedito,
mentre sulla destra sono collocate la statua di S. Domenico Savio e la
Fonte battesimale. L’altare maggiore è in marmo ed ai lati si trovano
le statue di due angeli inginocchiati scolpite da Buzzi Reschini; il presbiterio,
sempre in marmo è racchiuso da due balaustre. Sulla parete centrale,
sopra l’altare si nota un grosso dipinto ovale che rappresenta scene di
vita di Gesù, le stesse rappresentazioni si possono trovare sulle
pareti laterali della chiesa, ma in forma rettangolare; sono tutte copie
di pitture del 600 commissionate dalla confraternita nell’800. Di particolare
valore artistico è la Via Crucis che conta quattordici stazioni,
tutte affisse nella navata destra. Al fondo della medesima ritroviamo
l’altare dedicato al Sacro Cuore di Gesù, mentre sulla sinistra
c’è l’altare di San Giuseppe, entrambe sono decorati con mosaici
di recente fattura. All’entrata, sul lato destro è posizionato
l’antico altare della Vergine Addolorata abbellito con marmi policromi,
poco più avanti incontriamo un grande Crocefisso ad opera di Ruggaldier
di Ortisei. La volta e gli altari laterali sono ornati da vetri cattedrali
dell’antica ditta torinese Giannina. Il soffitto della navata centrale
è stato affrescato da Nicola Arduino, successivamente restaurato
dal Gilardi e rappresenta miracoli e scene di vita di Cristo;nel primo
quadro S.Bernardino da Siena ascende in cielo mentre un angelo dipinge
sullo stendardo della confraternita l’orifiamma.
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CURIOSITA’
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L’attuale
chiesa deriva da un’antica parrocchia del 950, dedicata a S.Processio
e S.Martiniano. Nel 1575 il parroco si trova ad affrontare grosse difficoltà
economiche per via dei numerosi interventi di restauro di cui necessita
la chiesa, quindi prende l’amara decisione di cedere il tutto alla Confraternita
del Santissimo nome di Gesù , nata con il nobile scopo di combattere
la bestemmia. Dopo aver firmato l’atto di acquisto la Confraternita decide
di demolire il vecchio edificio per innalzare un nuovo tempio. Grazie
a donazioni di persone abbienti la chiesa è stata arricchita di
quadri, sculture ecc… Il muro dell’edificio, che confinava con quello
di un convento di monache è stato più volte oggetto di controversie,
nel 1669 è stato chiesto il parere di Amedeo di Castellamonte che
ha stilato un progetto per rifare la facciata. Negli archivi di metà
700 sono stati ritrovati documenti che testimoniano l’unicità della
navata con quattro altari laterali oltre a quello maggiore. Con l’arrivo
della Rivoluzione Francese entra in vigore una legge che sopprime tutte
le corporazioni religiose e ne confisca i beni, a questo punto, nell’aprile
del 1811, con decreto del Monsignore Giacinto Della Torre, la chiesa viene
chiusa e la confraternita sciolta. Dopo la caduta di Napoleone, con il
ritorno dei Savoia, la confraternita viene ripristinata e supplica la
Regina ed il Re di poter rientrare in possesso dei beni. Una lapide ancora
esistente testimonia la restituzione dei beni che comprendono anche la
loro sede. Nel 1876 la divergenza tra il parroco Don Giuganino ed i confratelli
viete portata in tribunale, che ne sentenzia la chiusura con interdetto
arcivescovile, fino al 1884 quando, il nuovo arcivescovo di Torino Gaetano
Alimonda annulla l’interdetto e la confraternita può riprendere
le sue funzioni. Nel Marzo del 1885 il Comune progetta di aprire una nuova
via di collegamento tra Piazza Castello e Piazza Solferino , decidendo
di abbattere molte costruzioni tra cui la chiesa di San Processio e San
Martiniato, la confraternita rimane senza sede e sceglie di ricostruirne
una nuova nel piccolo appezzamento di terreno tra la il fiume Dora e corso
Regina Margherita. Oggi dell’antica basilica sono rimasti: il leggio,
il confessionale ed alcuni arredi in Sacrestia.
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