PRESENTAZIONE
Se da un lato la famiglia svolge una funzione protettiva dell'anziano malato, dall'altro è presumibilmente portatrice di una forte domanda di tutela e aiuto. Colui che si occupa di accompagnare un parente nel suo percorso di malattia è esposto ad uno stress sia fisico che emotivo. Il familiare sperimenta, infatti, intense emozioni connesse alla gestione complessa che la situazione richiede ed ha bisogno di un tempo e di un luogo nei quali confrontarsi, ricevere sostegno ed informazione. Aiutare i familiari a percepirsi risorsa di fronte ai propri problemi diventa più facile attraverso la mediazione di un piccolo gruppo in cui sia possibile leggere le sfide quotidiane da diversi punti di vista, superare il senso d'inadeguatezza, aprirsi ad un dialogo costruttivo per non sentirsi soli. Il progetto si pone in raccordo con gli interventi domiciliari erogati dai servizi socio-sanitari, con lo scopo principale di dare sostegno al sistema familiare nel difficile e delicato compito di cura. A tal fine si propone la costituzione di un GRUPPO DI AUTO- MUTUO - AIUTO, che consenta ai partecipanti di iniziare o proseguire un cammino di presa di coscienza di sé e delle proprie risorse, al fine di uscirne rinforzati, aumentando la tolleranza del vissuto di colpa per non fare "mai abbastanza" e diminuendo la sensazione di solitudine e d'impotenza di fronte alla malattia. Il GRUPPO si riunirà in incontri quindicinali gratuiti, con la facilitazione di una psicologa dell'associazione.

L'Associazione retedonna, nasce nel luglio 2000 da un gruppo di donne professioniste della cultura della salute che condividono la scelta di leggere la realtà in cui vivono attraverso lo sguardo dell'appartenenza di genere. Facciamo parte, con altre associazioni, del Coordinamento Cittadino Contro la Violenza alle Donne promosso dal Settore Politiche di Genere del Comune di Torino e abbiamo scelto di occuparci di quella sottile forma di violenza che le donne fanno a se stesse attraverso l'autosvalutazione.
Sappiamo bene come per le donne sia sempre molto più facile mettere in secondo piano le proprie esigenze e bisogni rispetto a quelli degli altri, in primo luogo in famiglia, ma anche nell'ambito del lavoro e della partecipazione politica. In questo ritrarsi sta la radice della violenza che le donne si autoinfliggono e crediamo che raggiungere una maggiore consapevolezza di questo processo contribuisca a creare un miglior benessere individuale e sociale.