Buongiorno a tutti, e grazie per la vostra presenza in questo giorno così speciale ed importante per tutti noi.

Porto naturalmente i saluti di tutta la Circoscrizione dai componenti del Consiglio ai dipendenti degli Uffici e, come più volte ho avuto modo di affermare nell'approssimarsi di questa ricorrenza, personalmente tengo molto a condividere con voi quest'occasione ed il significato più profondo cui è legata.

La fortuna di crescere e vivere in una democrazia è una condizione per la quale non dobbiamo mai smettere di manifestare rispetto e riconoscenza verso coloro i quali hanno dato la propria esistenza, pur di uscire da uno stato che li privava della libertà di espressione, delle proprie idee e di una vita nel pieno della dignità umana.

Nella Resistenza, non dimentichiamo, confluiscono partigiani di diverse generazioni e da ogni parte del paese, anime politiche differenti, donne e uomini, italiani e stranieri. Così, mentre i nazisti e i fascisti scatenano una feroce guerra ai civili in tutta la penisola, un piccolo esercito interpartitico, intergenerazionale, di ogni ceto sociale e di ogni nazionalità dimostra che sulle ceneri del fascismo si può ricostruire una nuova società.

Solo per sottolineare quest'unità di intenti vi fanno parte cattolici ed ebrei, monarchici e comunisti, alcuni di sinistra altri di destra, sono uomini e donne con origini o percorsi o convinzioni molto diverse, a volte agli opposti, che hanno lottato insieme contro il nazismo e il collaborazionismo, che hanno unito le loro forze in quella battaglia al servizio incondizionato della libertà; la loro battaglia è il nostro oggi e non consente alcun riposo.

E' al prezzo di questa pacata intransigenza che noi dobbiamo meritare ciò che abbiamo ereditato da loro. Quanto loro ci hanno consegnato, questa civiltà dev'essere vissuta come un'esigenza e mai come una cosa scontata, così come questa libertà dev'essere presa come un rischio e mai come una rendita.

Allora proprio qui, nel microcosmo di questo nostro territorio, di questa Circoscrizione, che rappresenta una piccola palestra di confronto, possiamo sperimentare scambi di idee e un dibattito pacato su argomenti che ancor oggi conservano tutti i valori originari e scoprire insieme la chiave per trasmetterli alle generazioni di giovani che cominciano ad avvertire una lontananza dai fatti storici di quel periodo; questi messaggi non vanno dimenticati nella loro sostanza e questo richiede uno sforzo di riflessione per renderli comprensibili anche a chi avverte un po' di distacco o un approccio retorico o celebrativo.

In momenti come questo corre il pensiero ad una pace, infine, per cui in tanti hanno pagato un altissimo prezzo e di cui troppo spesso ignoriamo il valore; su questo dobbiamo stringerci anche a quanti oggi soffrono nuovamente l'angoscia della guerra e dar loro un sostegno concreto.

Grazie ancora e buona giornata della Liberazione, buon 25 aprile.

         Il Presidente
Ing. Enrico Crescimanno