Di seguito alcune info tratte dalla prefazione al libro di Giorgio Bàrberi Squarotti:
"Silvia Rosa scrive poesie bellissime, inquiete e inquietanti per una costante contraddittorietà fra visioni, scatti di vita, alacrità del tempo, indugi negli anfratti e nelle astuzie dell'età, e fulminee precipitazioni nell'abisso dell'ansia, del dubbio, della parola e delle esperienze inceppate, d'improvviso volte a rivelare la frantumazione del discorso dell'esistenza [...]
Non si tratta più di versi, bensì di sequenze di prosa tuttavia fortemente misurate [...] due sono i nuclei su cui si raggruma il discorso di Silvia: l'autoanalisi, l'estrinsecazione di pensieri, di domande, di situazioni interiori che ora sembrano risolte, ora rimettono in gioco al tempo stesso la vita e la parola appena pronunciate; e l'invenzione d'amore, rapido, mutevole, avventuroso sia negli eventi sia soprattutto nelle trasformazioni e negli imprevedibili stupori della scrittura. [...] Silvia intrica e districa la propria contraddittoria e spesso drammatica verità. L'aspirazione è l'estrema chiarezza che rileva la tensione continua delle affermazioni, delle confessioni, delle indagini interiori nella speranza di arrivare ogni volta, in ogni "capitolo", alla luce, e tanto spesso invece il groviglio diventa più complesso e più inquietante nell'ultima riga (che) rinvia a un altro componimento con il quale forse si potrà arrivare alla comprensione di sé, che, nell'ambito della letteratura, coincide con la creazione di una nuova e ancora intentata arte dell'espressione, con la pronuncia proclamata e libera della letteratura che sia la lezione per chi scrive che diventa lezione per il lettore."
dalla prefazione di Giorgio Bàrberi Squarotti
Ultimo aggiornamento: 15/10/2012