Cascina
Grange Scott (clicca sui
triangoli blu per muoverti tra i pannelli)
Cascina Grange
Scott
Le origini dell'insediamento sono molto antiche.
Nel 1579 è individuato come "Cassina
de Nazerij".
Alcuni campi circostanti erano coltivati a canapa.
Nel 1762 la struttura, indicata come "cascina
Scotto", appartiene al Conte Scotti.
Attualmente l'edificio, di proprietà privata,
è adibito ad attività agricole.
Le origini dell'insediamento
sono molto antiche. Il Tippo o sia disegno delli
termini che dividono il territorio di Torino da
quelli di Grugliasco e Collegno, realizzato nel
1579 dai misuratori fratelli De Ferrari ed impreziosito
dal pittore ducale Giacomo Rosignolo, gli attribuisce
la denominazione di "Cassina de Nazerij"
e la rappresenta costituita da tre corpi di fabbrica
isolati, secondo il modello della grangia cinquecentesca.
I fratelli De Nazerij di Collegno avevano edificato
la struttura nel 1530 su di una preesistenza rurale
acquistata dall'Ordine degli Umiliati di Avigliana.
Alcuni dei campi intorno alla "cassina"
erano cosiddette canapere, ossia fondi coltivati
a canapa, irrigati dalle deriva-zioni delle varie
bealere e serviti da numerose strade rurali.
Nel 1717 l'ingegnere Alessandro Emanuelis redige
il Tippo della Strada di Rivoli. Su di esso la
cascina è indicata come "Grange de
Nazero". La rappresentazione è pressoché
analoga a quella riportata sulla Carta dei distretti
delle Regie Caccie nel 1762, dove la struttura
è individuata come "cascina Scotto".
Il Grossi descrive il complesso “... le
grange, cascina e casino, e giardino dell'illustrissimo
Signor Conte Barto-lomeo Scotti… Che abita
la maggior parte dell'anno in detta cascina...”.
A quest'epoca le proprietà del Conte Scotti
ammontavano in tutto a 64 giornate. I terreni
erano resi fertili dalle derivazioni della bealera
Cossola.
Il Catasto Napoleonico o Francese per masse di
coltura del 1805 -1806 rileva la struttura con
la denominazione di “Le Grange” o
”Le Grange di Nazero”, di proprietà
di Bartolomeo Scotti Boschis. Le fabbriche erano
suddivise in “casa civile”, “casa
rurale” e “cappella”; erano
presenti inoltre varie "corti" ed una
"aia". Nelle adiacenze sorgeva il giar-dino
con piante da frutta.
Nel 1840 il complesso è di proprietà
dei Barbaroux, una famiglia di banchieri torinesi.
I corpi edificati manterranno inalterato sino
ad oggi il loro sviluppo planimetrico. Attualmente
l'edificio è di proprietà privata
ed è adibito ad attività agricole.
Sono ancora riconoscibili i volumi delle abitazioni,
delle stalle e dei fienili.
A cura di C. Assenzio, da Ainardi M. S., 2003.
Cascine in periferia, Torino.
|