Circoscrizione 4 San Donato Campidoglio Parella CULTURA - OCCITANICA 
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INFORMAZIONI
FolkClub 011537636 folkclub@folkclub.it
Circoscrizione IV 0114435453


Programma
(vedi anche Folkclub - Torino)

Giovedì 30 maggio
  • h. 21 Frères de Sac (Francia)
    Questo giovane, ma già celebre, duo è composto dai fratelli Jean-Loup e Christophe Sacchettini. Il primo fornisce con il suo organetto diatonico un sontuoso tappeto sonoro al secondo, virtuoso dei flauti e delle cornamuse, che vanta prestigiose collaborazioni con Dédale, Djal, Obsession, Inishowen.
Venerdì 31 maggio
  • h. 21 Alexian Group
    Prima escursione in “territorio tzigano” con questo ensemble guidato da Santino Spinelli, Rom abruzzese e primo titolare in Italia di una cattedra universitaria di Cultura Rom (Università di Trieste). Musica e danze guidate dall’ottima fisarmonica del “professore” per un viaggio nell’intimità dell’arte e della cultura romanì. Sarà presentato per la prima volta il nuovo CD degli Alexian “Romano Drom – Carovana Zingara”
Sabato 1 giugno
  • h. 10 Tavola rotonda sulla cultura Rom
    Trio Espinasse-Le Meur (Francia) e concorso di danza
    Le cornamuse dei fratelli Espinasse incontrano gli steel drum caraibici di Michel “Coco” Le Meur: il risultato è un repertorio imperniato sulle danze tradizionali occitane colorito da echi e venature lontane. Il trio si esibisce in due tempi: il pomeriggio accompagna il concorso di danze tradizionali, la sera, in acustico, per un gran ballo a oltranza.
  • h. 21 Latcho Drom (Francia)
    Cristophe Lartilleux fa parte della ristrettissima cerchia degli eredi artistici del grandissimo Django Reinhardt: cresciuto in un circo gitano, figlio di un chitarrista, ha appreso a suonare la chitarra manouche con la stessa naturalezza con cui si impara a parlare. Le influenze fusion, bop e flamenco hanno poi contribuito a creare il suo personalissimo stile. A Occitanica, con Cristophe, Joel Trolonge (contrabbasso), Johan Renard (violino), Samy Daussat (chitarra ritmica): ovvero i Latcho Drom (in lingua romanes “buon viaggio”).
  • h. 23 Ballo folk acustico a oltranza con il Trio Espinasse
Domenica 2 giugno
  • h. 15 Concorso di ghironda e organetto
  • h. 16 Orkestra Sunadia & Muharem Serbezovski (Macedonia)
    Muharem Serbezovski è attualmente il più popolare artista rom. La sua presenza a matrimoni e funerali della comunità rom certifica l’altissimo rango della famiglia protagonista della celebrazione. Le sonorità che Goran Bregovic, attraverso i film di Emir Kusturica, ha portato all’attenzione del grande pubblico sono qui presentate nella loro veste più autentica e genuina.
  • h. 18 Arbebo
    Gruppo di musica occitana delle valli cuneesi, gli Arbebo si sono imposti negli ultimi anni come uno dei migliori ensemble di danza tradizionale in circolazione.
  • h. 21 Bratsch (Francia)
    Forti dei loro 25 anni di onorata carriera i Bratsch sono oggi considerati uno dei migliori gruppi di musica popolare di tutta Europa. Musicisti allergici a ogni forma di condizionamento e di dogmatismo, amano definire la loro musica “pre- tradizionale”, cioè musica originale, che potrebbe divenire tradizionale in un futuro più o meno prossimo. La loro rilettura della musica popolare tzigana è risultata spesso più vera del vero, tanto da renderli, loro che gitani non sono, uno dei gruppi più apprezzati dai gitani stessi, che spesso li invitano a suonare per le loro feste. Imperdibile!

TAVOLA ROTONDA
MINORANZE LINGUISTICHE
OCCITANI E ROM-SINTI

Partecipano

  • VALTER GIULIANO -Assessore alla Cultura- Provincia di Torino con delega alla legge 482/99
  • TERESA TOTINO - Espaci Occitan
  • MARIANO ALLOCCO - Paratge ed Eurocongrés
  • SANTINO ALEXIAN SPINELLI - Università di Trieste
  • CARLA OSELLA-A.I.Z.O.
  • VALTER HALILOVIC - ALMA AZOVIC -Opera Nomadi - CDZ
  • RENZIJA SULEJMANOVIC - Associazione Romani Buci
  • GIULIO TAURISANO - Ufficio Nomadi Città di Torino
  • RAMO MUJKIC - Roman.Ilo
  • FRANCO LUCA' - Folkclub - Centro Regionale Etnografico Linguistico
 

OCCITANICA 2002


Parco della Tesoriera - c.so Francia 192
30 maggio - 2 giugno
2002

Dal 30 maggio al 2 giugno torna al Parco della Tesoriera “Occitanica”. La quarta edizione, proseguendo sulla linea di apertura a cultura diverse e minoritarie, presenta un folto programma dedicato ai Rom.

L’etnia occitana, radicata in alcune valli delle alpi occidentali, è certamente la più numerosa per appartenenza tra le minoranze presenti nel territorio piemontese e una delle più attive e vivaci. Da alcuni anni si assiste a un rinato interesse e a una costante crescita di consensi nei confronti della cultura provenzale cisalpina, le sue danze, i canti e gli strumenti tradizionali.

Occitanica, organizzato dal Folkclub e dalla Circoscrizione IV in collaborazione con le associazioni occitane Espaci Occitan, Eurocongres e Paratge, con l’Ufficio Nomadi della Città di Torino, con le associazioni Opera Nomadi e Aitzo, e con Radio Beckwith (che è anche emittente ufficiale del festival), con il sostegno della Regione Piemonte, della Provincia di Torino, della Heineken e della Cooperativa Musica da Bere, è il primo festival dedicato alla cultura occitana che si svolge al di fuori del territorio geografico delle valli occitane, la prima e, unica occasione istituzionale in cui la cultura occitana “scende dalle valli” e approda in città.Frères de Sac (Francia)

Fin dalla prima edizione, Occitanica si è connotata come luogo dell’apertura culturale, non celebrazione della “purezza” di una tradizione e di una cultura, ma luogo in cui quella cultura si mette in gioco, incontra un pubblico metropolitano e deve cercare un terreno di dialogo, di incontro. In quest’ottica di apertura e di dialogo interculturale, dalla seconda edizione, si è deciso di ospitare ogni anno una cultura “ospite” che avesse tre caratteristiche fondamentali, comuni alla cultura occitana: una forte identità, una posizione numericamente minoritaria, una grande e ricca tradizione culturale. Il primo anno furono i baschi, il secondo gli aborigeni australiani, quest’anno è la volta della cultura Gitana. Sabato 1° giugno si terrà una tavola rotonda sulla cultura Rom, mentre domenica 2 giugno si terrà una vera e propria festa tzigana, con canti, balli e cibi tradizionali.Alexian Group

Quest’anno, poi, sarà ampliato il “villaggio” che fa da contorno all’esibizione dei gruppi musicali: liutai, artigiani del legno, produttori di formaggi tipici, una fornita libreria sulla cultura occitana, renderanno più piacevoli e interessanti le pause tra un concerto e l’altro.

Come è ormai tradizione, nel corso della manifestazione si svolgerà la prima competizione nazionale di cultura tradizionale occitana Crous Occitanica, articolata in tre sezioni: musica, danza e cultura. Per quanto riguarda le prime due sezioni la partecipazione è gratuita e aperta a tutti, una qualificata giuria, sceglierà il miglior suonatore di organetto diatonico, il miglior suonatore di ghironda (sulla base dell’esecuzione di 2 pezzi scelti dal partecipante) e la migliore coppia di danzatori (sulla base dell’esecuzione di un valzer, una curento e una mazurka).

Trio Espinasse-Le Meur Ai vincitori della sezione musica verrà assegnato un premio di 250 Euro; ai vincitori della sezione danza verrà assegnato un corso di danze tradizionali a scelta per un costo non superiore a 250 Euro complessivi. Per la sezione “Cultura” verrà assegnata la Crus Occitanica d’oro a un personaggio che si è particolarmente adoperato nella salvaguardia e nella valorizzazione della cultura occitana.Latcho Drom (Francia)

E’ confermata la presenza nello staff organizzativo di Radio Beckwith, come radio ufficiale del Festival. La dinamica emittente valdese seguirà assiduamente Occitanica con un’ora al giorno di approfondimenti sulla cultura occitana, collegamenti in diretta dal Festival e interviste.

L’ingresso è gratuito per tutte le iniziative di Occitanica, sia il palco che l’area destinata al pubblico sono coperti, .in caso di pioggia, quindi, il programma non subirà variazioni.


L'universo Romanò
I Rom, i Sinti, i Manouches, i Kalé, i Romanichals - i cinque grandi gruppi che con i loro sottogruppi costituiscono il paradigmatico universo romanò e che noi continuiamo a chiamare volgarmente "zingari" - sono un popolo di antichissima origine indiana. Furono i filologi, più che gli storici, a stabilirne la provenienza, a partire dal 1763, quando lo studioso ungherese Istvàn Vàlji accostò la lingua che sentiva parlare dai rom che abitavano nel suo paese a quella ascoltata, casualmente, da un gruppo di studenti provenienti dalle coste del Malabar.

Ancora oggi non si sa esattamente perché i Rom lasciarono l'India. Si ipotizzano guerre o carestie e si ritiene che il primo esodo sia avvenuto intorno all’anno Mille, verso la Persia, dove alcuni si sedentarizzano, mentre altri, con l’espansione araba, raggiungono l’Armenia, il Caucaso e l’impero bizantino. Da queste dispersioni nasceranno i due gruppi principali: i Rom, che resteranno nei paesi orientali, e i Sinti che andranno verso occidente.

In Europa, e quindi anche in Italia, Rom e Sinti arrivano intorno al 1400, descritti come grandi nuclei familiari guidati da capi che si proclamano nobili, wajvoda, nei paesi slavi, e conti e duchi in Germania e nell’Europa occidentale. Nonostante questo la loro storia è, sostazialmente, una vicenda di discriminazioni e persecuzioni che sfocia, in tempi più recenti, nello sterminio nazifascista: almeno 500mila vittime condannate a morte insieme agli ebrei. Bratsch (Francia)

Oggi nel mondo Rom, Sinti, Manouches, Kalé, Romanichals sono almeno 12 milioni di persone. Uomini, donne e bambini di cui si sa troppo poco, che vivono una realtà difficile, oggetto di un vero e proprio genocidio culturale prima che fisico, che li costringe nei campi sosta, giganteschi agglomerati inumani che cancellano soggettività e possibilità.

Se Rom e Sinti sono tra noi da più di 600 anni, sono anche portatori di una cultura antichissima, capace di conservare ancora intatti tratti originari preziosi: oltre a riti e costumi solenni, e ad alcune tradizioni che sottendono valori importanti e un profondo senso della comunità, Rom e Sinti si tramandano da secoli la loro lingua, il Romanes, un idioma nobile, vivo e ricco, purtroppo escluso dal parlamento italiano dall'elenco delle lingue minoritarie da tutelare nel nostro paese. Eppure la stessa letteratura rom, particolarmente significativa in una tradizione culturale fino a circa trent'anni fa basata esclusivamente sull'oralità, si esprime oggi con ricchezza e profondità.

Rom e Sinti custodiscono quindi una cultura importante, espressione di una società semplice, basata sul concetto di dare-avere e ricambiare, che non prevede l'omicidio (mardipé) e la guerra (merribé). Il nomadismo, come l'accattonaggio e il furto, non sono espressioni culturali ma fenomeni sociali conseguenti all'emarginazione. Molti degli oltre 130mila rom e sinti che vivono nel nostro paese - di cui il 50% sedentari e in gran parte cittadini italiani - lavorano e alcuni, seguendo tracce antiche, sono ancora giostrai, musicisti, venditori ambulanti e commercianti.

Per loro la musica è fondamentale: oltre a quella suonata per intrattenimento o per professione, ne esiste anche un "terzo livello", poco conosociuto anche tra gli etnomusicologi, che i rom suonano solo tra loro, per dialogare nel contesto familiare e continuare a tramandarsi storia e tradizioni culturali preziose e sorprendenti.

 



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